AUTOIMMUNITà
L’inquinamento da polveri sottili e ossidi
di azoto fa aumentare il rischio di lupus

L’inquinamento atmosferico e, nello specifico, quello costituito da polveri sottili PM2,5 e PM10 e da ossidi di azoto, è direttamente associato a un aumento del rischio di sviluppare il lupus eritematoso sistemico o LES, la più grave delle patologie autoimmuni.
Lo dimostra uno studio pubblicato su Arthritis & Rheumatology dai reumatologi della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan, in Cina, che hanno analizzato i dati del grande archivio britannico UK Biobank. In particolare, gli autori hanno preso in considerazione le informazioni biomediche e quelle relative allo stile di vita di oltre 450.000 persone, registrate negli ultimi 11,7 anni. In quel campione ci sono stati 399 casi di lupus e, verificando il luogo di residenza, gli autori hanno dimostrato che il rischio era collegato all’esposizione cronica alle PM2,5 e alle PM10, al biossido d’azoto NO2 e ad altri ossidi d’azoto NOx. Il rischio, inoltre, era più elevato per coloro che avevano una predisposizione genetica al lupus, fatto che dimostra che l’inquinamento atmosferico è un moltiplicatore di rischio. Lo studio fornisce un ulteriore argomento a chi sostiene la necessità di varare politiche più stringenti sulla composizione dell’aria delle aree abitate: le polveri sottili e i composti azotati hanno effetti negativi su numerosi indici di rischio, e andrebbero assolutamente limitate.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 13 agosto 2024
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