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L’incremento del verde urbano aiuta a prevenire un terzo dei decessi da caldo

Incrementare il verde urbano significa salve vite. Perché significa prevenire migliaia di decessi associati alle temperature eccessive, sempre più frequenti e acute a causa del riscaldamento del clima. Lo dimostra una metanalisi pubblicata su Lancet Planetary Health dai ricercatori della Monash University, condotta sugli studi pubblicati negli ultimi 25 anni sul tema.

In base a quanto descritto istudi che hanno coinvolto in più di 11.500 aree urbane (cioè con più di 50.000 abitanti a una densità media di 1.500 per chilometro quadrato) in 830 siti di 53 paesi tra il 2000 e il 2019, aumentare del 30% il verde in città corrisponde a diminuire di un terzo i decessi e cioè, a livello globale, evitare che circa 1,6 milioni di persone perdano la vita a causa del caldo. Se il calo è del 10, 20 o 30% si ottiene, rispettivamente:

- una diminuzione della temperatura media di 0,08°C, 0,14°C e 0,19°C

- si evitano, sempre rispettivamente, 0,86, 1,02 e 1.,16 milioni di decessi, pari al 27,16, 32,22 e 36,66% di tutti quelli provocati dal caldo nel ventennio preso in esame.

In quel periodo, le morti da caldo sono state pari allo 0,91% del totale, cioè circa mezzo milione, ma la tendenza è all’aumento di anno in anno, sia pure con differenze regionali, a causa dell’aumento della temperatura esterna. Infatti, secondo le proiezioni al decennio 2090-2099, dovrebbero rappresentare il 2,5% in Europa del Nord, ma il 16,7% nel Sud-Est Asiatico. In Europa si eviterebbero circa 400.000 decessi, in Nord America 70.000, in America Latina 123.000, in Africa 35.000 in Asia 527.000, in Oceania 2.700, in Australia e Nuova Zelanda 2.700, con un incremento dle 30% di vegetazione. 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 21 maggio 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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