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L’incidenza di Long Covid sta diminuendo, grazie ai vaccini e alle varianti di Sars-CoV 2

Il rischio di sviluppare il Long covid (il termine tecnico è Postacute sequelae of severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) infection (PASC), la sindrome con numerose possibili manifestazioni, spesso invalidanti, che ancora oggi affligge milioni di persone in tutto il mondo, è diminuito nel tempo. E i motivi sono abbastanza chiari: è successo grazie alle vaccinazioni, e ai cambiamenti cui è andato incontro Sars-CoV 2 nel tempo. Lo dimostra uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine da uno dei gruppi più in prima linea nella lotta al coronavirus e alle sue conseguenze: quello dell’Institute for Public Health della Washington University di St. Louis. I ricercatori hanno analizzato i dati circa 440.000 veterani che avevano contratto l’infezione tra l’inizio di marzo 2020 e fine gennaio 2022, e quelli di 4,7 milioni di veterani che non si erano ammalati, suddividendo tutti in cinque gruppi. Il primo era quello dei più sfortunati, cioè coloro che hanno contratto l’infezione originaria, nel 2020, e che ovviamente non erano vaccinati. Poi c’era quello di chi aveva contratto la variante delta, oppure la omicron, essendo stato o meno vaccinato.

L’analisi dell’incidenza del Long Covid non ha lasciato dubbi. Il gruppo più colpito è stato il primo, con il 10,4%, diminuito a 9,5% per chi aveva contratto la variante delta e poi al 7,7% per chi aveva fatto i conti con la omicron. Tra chi era stato vaccinato, però, i tassi per delta e omicron erano stato rispettivamente del 5,3 e 3,5%. In altre parole, il rischio, per chi era stato vaccinato, è risultato dimezzato. Le varianti, dal canto loro, hanno avuto ciascuna le proprie caratteristiche, che si sono viste anche nelle forme di Long Covid: se la prima ha colpito l’apparato respiratorio, la delta è stata più grave per cuore, reni e cervello, mentre la omicron per l’apparato respiratorio e il metabolismo. E sono diventate meno violente e meno capaci di scatenare il Long Covid.

Per gli esperti, è indispensabile continuare a vaccinarsi annualmente, per abbassare il rischio di Long Covid che, pur diminuito, esiste: ne sono colpite da tre a quattro persone ogni cento infettati.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 24 luglio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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