TERAPIE NON CONVALIDATE
L’idrossiclorochina data come anti Covid
ha fatto almeno 17.000 vittime in sei paesi

Le persone che, durante il Covid, una volta ricoverate, hanno perso la vita perché sono state trattate con l’antimalarico idrossiclorochina sono state poco meno di 17.000 in sei paesi: un numero altissimo, e probabilmente sottostimato, perché molti, in quegli stessi paesi, non hanno assunto il farmaco attraverso i canali ufficiali, o durante un ricovero, e non risultano quindi in nessun registro.
E’ drammatico il bilancio di una terapia che ha conosciuto un momento di grande popolarità grazie all’endorsement del medico francese Didier Raoult, più che discusso e, soprattutto, di uomini politici come Donald Trump, o Jair Bolsonaro, che avevano consigliato l’antimalarico senza che vi fosse alcun presupposto scientifico per farlo. Quei morti ora pesano anche sulla loro coscienza.
A definire la stima sono stati i ricercatori dell’Università di Lione, che hanno eseguito una metanalisi di 44 studi effettuati in Turchia, Francia, Stati Uniti, Italia, Spagna, che hanno coinvolto alcune migliaia di pazienti e dai quali è emerso innanzitutto che il tasso di prescrizioni è stato molto variabile, e compreso tra il 16% della Francia e l’84% della Spagna. Poi, verificando la mortalità, hanno dimostrato che questa, tra chi aveva assunto idrossiclorochina, era stata più alta dell’11% rispetto alla media degli altri pazienti ricoverati. Come illustrato su Biomedicine & Pharmacotherapy, i decessi in più sono stati 240 in Belgio, 95 in Turchia (in un range compreso tra 92 e 119), 199 in Francia, 1.822 in Italia (range 1.170-2.063), 1.895 in Spagna (range 1.475-2.04) e 12.739 negli Stati Uniti (range 3.244-15.570). La speranza – concludono gli autori – è che questo disastro ora possa servire da lezione, in situazioni analoghe: consigliare terapie non convalidate, oltre a essere eticamente più che discutibile, espone i pazienti a rischi spesso mortali.
Restano invece valide altre applicazioni, soprattutto contro il lupus e altre patologie autoimmuni. Per esempio, secondo uno studio presentato a un recente congresso di reumatologia e basato sui dati delle assicurazioni di oltre 21.000 persone con artrite reumatoide, il farmaco protegge da una conseguenze più diffuse, la steatosi epatica (non alcolica), che colpisce, in media, il 35% degli uomini e il 22% delle donne. Secondo i tassi relativi a otto anni, l’idrossiclorochina riduce sensibilmente il rischio, soprattutto tra le donne più giovani. Non sono ben cbhiari i motivi, ma l’effetto è evidente, e positivo.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 8 gennaio 2024
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