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L’esposizione all’odore delle lacrime delle donne abbassa l’aggressività degli uomini

Le lacrime delle femmine abbassano l’aggressività dei maschi, come accade anche tra i roditori e gli insetti, rispondendo a un insieme di stimoli chiamati chemo-segnali sociali.

La scoperta, piuttosto sorprendente, è stata fatta dai ricercatori del Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele, che volevano vedere se quanto osservato nei topi – e cioè, in quel caso, una diminuzione del testosterone - fosse vero anche negli umani. A tale scopo hanno selezionato una trentina di ragazzi dell’età media di 26 anni, e li hanno fatti partecipare a un gioco a due con altrettante ragazze, studiato apposta per scatenare l’aggressività e il desiderio di vendetta, in risposta ad alcuni stimoli. Quindi hanno fatto odorare ai maschi, suddivisi in due gruppi, due tipi di campioni: uno di lacrime di donne raccolte in momenti di emotività, e uno di soluzione salina, e poi hanno controllato il comportamento durante il gioco. Come riferito su PLoS Biology, le reazioni aggressive dei maschi sono diminuite di più del 40%, in seguito all’esposizione alle lacrime.

Per verificare se la reazione fosse associata a una diversa attivazione del cervello, i ricercatori hanno ripetuto i test sottoponendo i partecipanti a una risonanza magnetica, e hanno visto che le zone più correlate con l’aggressività, e cioè quelle della corteccia prefrontale e di un’area chiamata insula, erano state meno attivate quando c’era stata l’esposizione alle lacrime.

Infine, in esperimenti in vitro con cellule della mucosa olfattiva, hanno dimostrato che nelle lacrime ci sono almeno quattro sostanze che si legano a specifici recettori, anche se non è ancora chiaro esattamente di che cosa si tratti.

Tutto ciò conferma che, anche tra gli esseri umani è presente una reazione chimica e sociale che ha un senso evolutivo chiaro: proteggere le donne dall’eccesso di aggressività degli uomini. Inoltre dimostra che questo tipo di comunicazione chimica ed emozionale è presente anche negli esseri umani, e non solo tra gli animali.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 9 gennaio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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