GINECOLOGIA
Intelligenza artificiale, cadmio e tè verde:
ecco come si può attenuare l’endometriosi

L’intelligenza artificiale (AI) potrebbe dare una grossa mano alla diagnosi di endometriosi, ancora oggi assai complicata e lunga (richiede, in media, un’odissea di sette anni, con continui rimandi tra specialisti diversi). Gli esperti dell’Università di Adelaide, in Australia, insieme ai colleghi di quella del Surrey, in Gran Bretagna, hanno infatti messo a punto e brevettato un programma chiamato IMAGENDO capace di elaborare le immagini delle ecografie e delle risonanze (le due tipologie di imaging utilizzate per la diagnosi, ma che forniscono immagini difficili da interpretare) e di fornire risposte in tempi molto più veloci, e con una maggiore precisione rispetto ai singoli esami.
Nel frattempo uno studio ha posto l’accento su un possibile marcatore: la concentrazione di cadmio nelle urine, che risulta notevolmente più elevata nelle pazienti e che potrebbe essere anche tra le cause della malattia. I ricercatori dell’Università del Michigan hanno infatti verificato i dati di un grande studio portato avanti negli Stati Uniti tra il 1999 e il 2006, su 41.000 partecipanti, chiamato Nhanes, da National Health and Nutrition Examination Survey, e suddiviso le donne di età compresa tra i 20 e i 54 anni in 4 categorie, a seconda del contenuto di cadmio nelle urine. Come hanno poi riferito su Human Reproduction, il risultato è stato che le donne del secondo e terzo quartile avevano avuto un rischio doppio rispetto a quelle del primo (con la concentrazione più bassa), mentre quelle del quarto (cioè con la concentrazione più alta) un aumento addirittura del 60%. Il cadmio viene anche chiamato metallo-estrogeno, perché per certi aspetti si comporta come gli estrogeni, ed è assorbito da contaminazioni ambientali come quelle del fumo di sigaretta, oppure assunto insieme ad alimenti contaminati come possono esserlo alcune verdure a foglia verde come gli spinaci.
Infine, una buona notizia arriva da uno studio pubblicato su Scientific Reports dai ricercatori del centro di ginecologia del Johns Hopkins Hospital di Baltimora: l’assunzione di tè verde può avere un significativo effetto protettivo. Esperimenti su colture cellulari di tessuti umani hanno confermato che il principale antiossidante del tè verde, l’epigallocatechina gallato o EGCG in poche ore riduce quasi del 50% la formazione di tessuto epiteliale tipica dell’endometriosi e quasi del 90% la sintesi di una proteina findamentale per la crescita dei fibromi, chiamata connective tissue growth factor o CTGF. Il tè verde, assunto regolarmente, può quindi aiutare a prevenire l’endometriosi o, quantomeno, a rallentarne la progressione, senza effetti collaterali.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 6 settembre 2023
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