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Incubi e allucinazioni possono annunciare l’arrivo di una patologia autoimmune

La comparsa improvvisa di incubi, allucinazioni e di sogni particolarmente bizzarri e vividi potrebbe essere uno dei primi segni dell’esordio di una malattia autoimmunitaria, o dell’arrivo di una riacutizzazione. Alcuni immunologi lo sanno, perché talvolta i pazienti arrivano alla diagnosi riferendo anche di questo strano cambiamento, ma ora uno dei primi studi condotti sul tema, realizzato dai neurologi e immunologi dell’Università di Cambridge e del King’s College di Londra, e pubblicato sulla rivista del gruppo Lancet EClinical Medicine, conferma lo stretto legame tra autoimmunità e attività onirica e, quindi, cerebrale. 

In esso gli autori hanno intervistato oltre 670 persone affette da lupus eritematoso sistemico e 400 dei loro medici, e una settantina di pazienti con altre patologie autoimmuni come quelle reumatiche, insieme a 50 clinici, in particolare rispetto a 29 possibili sintomi psichiatrici tra i quali gli incubi e le allucinazioni. Inoltre, hanno chiesto ai pazienti di indicare, quando possibile, la relazione temporale tra gli incubi e le riacutizzazioni della loro malattia, per verificare se i primi precedevano le seconde o meno. 

In generale, un paziente su quattro ha riferito allucinazioni (quasi sempre terrificanti e spaventose), comparse subito prima o subito dopo la diagnosi nell’85% dei casi. Tuttavia, approfondendo, i ricercatori hanno scoperto che tre malati di lupus su cinque e uno su tre tra gli altri avevano avuto un chiaro peggioramento della qualità dei sogni, con comparsa di sogni molto vividi e di incubi prima di quella delle allucinazioni, che rappresenterebbero quindi uno degli stati più gravi.

Inoltre, non sempre le allucinazioni erano state riconosciute come tali (utilizzando il termine “incubi diurnimolti malati vi si sono riconosciuti, anche se avevano negato di avere avuto allucinazioni) e riferite ai medici, proprio perché non considerate collegate alla malattia autoimmune. Tra l’altro, interrogando i pazienti, gli autori hanno scoperto che, in qualche caso, questi erano presi in cura da uno psichiatra, o addirittura ricoverati in una struttura psichiatrica proprio perché non era stato riconosciuto il legame tra la patologia autoimmune (soprattutto se sistemica come il lupus) e la comparsa di incubi e allucinazioni.

Se il rapporto fosse confermato in studi progettati ad hoc, i medici potrebbero iniziare a chiedere sempre anche di questi aspetti, e a sensibilizzare i pazienti a rendere note le anomalie dei sogni. Queste potrebbero infatti entrare a pieno titolo a far parte dei segni precoci che preannunciano l’arrivo di una crisi, e aiutare quindi a gestirla meglio.

Infine, sarebbe confermato il nesso tra patologie autoimmuni e sintomi finora considerati di esclusiva pertinenza psichiatrica.

 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 31 maggio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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