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Nove leader religiosi su dieci credono che
la crisi climatica sia causata dall’uomo

Il negazionismo climatico non ha attecchito, tra i leader religiosi cristiani statunitensi. Il 90% di loro, a prescindere dall’appartenenza, pensano che l’uomo e le sue azioni siano la causa del cambiamento del clima, e vorrebbero che si facesse molto di più.

Sono rassicuranti, vista la vittoria politica di tutt’altro indirizzo, i dati pubblicati su PNAS dai ricercatori del Boston College: la follia antiscientista che nega i dati degli ultimi decenni non ha conquistato il cuore di preti e pastori, e questo potrebbe essere molto utile per cpoinvolgere di più le persone.

In una prima parye dello studio sono stati interrogati 1.600 leader di diverse chiese cristiane, e il risultato è stato appunto che il 90% sa che cosa sta succedendo. Tra questi, il 60% pensa che l’uomo sia il principale responsabile, il 30% solo una delle cause.

C’è però un dato che mostra quanto il tema sia considerato delicato: circa la metà degli intervistati, infatti, non ha mai parlato con i propri fedeli di questi argomenti, probabilmente per non suscitare discussioni. Un quarto di loro invece lo ha fatto, una o più volte.

I silenzi, tuttavia, non sono la strategia migliore: sempre secondo quanto emerso, a causa dell’omertà, molti fedeli pensano che la propria guida spirituale non sia d’accordo con la scienza, anche se in realtà non è affatto così. Converrebbe quindi anche a preti e pastori affrontare questi temi e anzi, potrebbero essere una formidabile leva per mobilitare le persone a fare di più. I credenti infatti sarebbero giustamente portati a pensare che agire sia coerente con la propria fede, e che votare i politici che si basano sulla scienza sia eticamente la cosa giusta da fare.

La conferma della confusione viene da un’altra parte del sondaggio, fatta su mille credenti. Questi pensano, in un caso su due, che i loro leader non credano alle cause antropiche, quando la percentuale reale è appunto solo del 10%. Ma se li si informa, mostrano subito una grande disponibilità ad affrontare la discussione e a individuare gesti concreti da fare, in accordo con il leader.

Negli Stati Uniti, i cristiani sono il 67% della popolazione, pari a 224 milioni di persone. Se tutti fossero mobilitati a favore della scienza e a difesa del pianeta, le cose potrebbero cambiare molto rapidamente.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 11 aprile 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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