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In arrivo il terzo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale. E’ il primo a mRNA

Nei giorni scorsi la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato, per le persone con più di 60 anni, il terzo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale o RSV, un virus che colpisce gravemente soprattutto i bambini e gli anziani, che solo negli Stati Uniti, miete 14.000 vittime all’anno tra gli over 65, e la cui incidenza è aumentata significativamente dopo la pandemia. Si tratta del primo vaccino a mRNA contro l’RSV,  e del secondo per il quale Moderna, l’azienda di Cambridge, Massachusetts, dopo quello per il Covid, ha ottenuto il via libera, anche se vi sono alcuni dubbi sulla sua reale efficacia.

Come riferisce la Reuters, infatti, nel dossier di approvazione il vaccino, chiamato mRESVIA, assicurava una protezione dell’84% dopo 3,3 mesi, ma secondo i dati riportati ora la stessa sarebbe scesa al 79%. Inoltre, sempre secondo dati riferiti dal’azienda nei mesi scorsi, la durata d’azione sarebbe breve, un fatto già emerso nei vaccini a mRNA contro il covid. Dopo 8,6 mesi, infatti l’efficacia scenderebbe al 63%, fatto che renderebbe questo vaccino meno performante rispetto agli altri due.

Negli ultimi mesi sono stati approvati altri due vaccini contro RSV.

Il primo, chiamato Arexvy, di GlaxoSmithKline, basato sull’antigene virale, e quindi classico, è approvato anche in Europa per gli over 50, e ne è stata chiesta l’estensione per la fascia 50-59 anni. La sua efficacia iniziale sarebbe dell’83%, e scenderebbe al 77% dopo 14 mesi.

Il secondo, chiamato Abrysvo, di Pfizer, bivalente (cioè con due antigeni) è stato anch’esso approvato in Europa per gli over 60, così come per le donne in gravidanza tra la trentaduesima e la trentaseiesima settimana di gestazione. La sua efficacia, inizialmente dell’89%, scenderebbe, sempre in un arco di tempo dell’ordine dell’anno o poco più, al 79%.

Entrambi assicurerebbero quindi un’immunizzazione più prolungata rispetto all’mRESVIA.

Comunque, vista la disponibilità di tre vaccini, la buona notiza è che l’RSV dovrebbe diventare sempre meno pericoloso, e circolare di meno tra la popolazione, ma solo l’epidemiologia dei prossimi anni potrà mostrare come sia meglio procedere, per quanto le vaccinazioni dedicate a fasce specifiche di popolazione.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 12 giugno 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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