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Il social media Tik Tok potrebbe convincere
moltissime ragazze a sottoporsi al Pap Test

I social media, se utilizzati con intelligenza, possono essere strumenti potenti per la trasmissione di informazioni importanti relative alla salute, e per convincere i più giovani ad avere comportamenti corretti, perché veicolano i giusti messaggi con il linguaggio che i giovani ascoltano di più. Lo dimostra uno studio dei ricercatori dell’Università del Nebraska di Lincoln (USA) incentrato su Tik Tok, il social media cinese che, al momento, è tra i più utilizzati al mondo. In esso, infatti, si è cercato di capire se i brevi video che lo caratterizzano potessero essere efficaci nel convincere le ragazze a sottoporsi agli screening per il tumore della cervice uterina quali il Pap test, previsti ogni tre anni. L’attenzione è stata posta su questo screening perché sta registrando, negli Stati Uniti, una battuta d’arresto: la percentuale di chi lo fa in ritardo è infatti passata dal 14% del 2005 al 23% del 2019, con gravi rischi, dal momento che il tumore della cervice uccide ancora 4.000 donne all’anno, in quel paese.

Nello studio, pubblicato su Health Communication, oltre 600 ragazze di età compresa tra i 21 e i 29 anni sono state invitate a seguire brevi video realizzati per la ricerca, apparentemente provenienti da medici, oppure da coetanee, con impostazioni differenti, per ciò che riguarda l’invito, in alcuni casi più conciliante, in altri più cogente, e poi sono state invitate a esprimersi in merito all’attendibilità, alla chiarezza, all’efficacia e alla propria propensione a sottoporsi al test. Come atteso, le ragazze hanno considerato più affidabili i video dei medici, rispetto a quelli delle coetanee, e hanno dichiarato che la propria intenzione di sottoporsi all’esame era più forte, dopo aver compreso i messaggi. In generale, poi, i video che utilizzavano un linguaggio che incoraggiava l’autonomia delle decisioni hanno ricevuto maggiore gradimento, rispetto a quelli con un tono coercitivo, a riprova del fatto che non è con le minacce che si convincono le persone. Il gradimento, poi, può essere uno strumento di diffusione del messaggio, molto importante in questo caso. Secondo diversi studi, uno dei motivi per cui le ragazze non aderiscono è che non sanno che possono e dovrebbero fare qualcosa. La conclusione è quindi un invito ai medici a realizzare e diffondere video che siamo facili da capire, e che incoraggino le ragazze della Gen Z, spiegando loro quali sono i benefici del test.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 29 novembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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