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Il sistema immunitario degli astronauti funziona poco e male, e ora si sa perché

Il sistema immunitario degli astronauti si indebolisce, questo è noto da tempo. Ciò che però non si era ancora capito era in che modo ciò si determini. Ora però uno studio condotto su 14 astronauti (11 uomini e tre donne, statunitensi e canadesi) che hanno soggiornato nella Stazione Spaziale Internazionale da 4,5 a 6,5 mesi, pubblicato su Frontiers in Immunology dagli specialisti della NASA e dell’agenzia spaziale canadese chiarisce i meccanismi che sottostanno al brusco cambiamento. Appena si trovano in condizioni di microgravità, infatti, i globuli bianchi degli astronauti si riducono fino a diventare circa un terzo di quelli che erano alla partenza. Poi la situazione si stabilizza, e resta immutata fino al rientro sulla Terra; da quel momento, torna lentamente alla normalità. Nello specifico, si altera l’espressione di 247 geni associati al sistema immunitario, probabilmente a causa della ridistribuzione dei liquidi all’interno dell’organismo, fenomeno chiamato fluid shift che provoca anche effetti sul cervello e su altri organi.

Ciò spiega perché, negli anni, tra gli astronauti si siano registrati, tra gli altri, casi di riattivazione di alcuni virus erpetici come quello di Epstein Barr, che provoca la mononucleosi, o quello della varicella e dello zoster o, ancora, di herpes di tipo 1, che provocano sindromi influenzali. Inoltre, misurazioni effettuate in precedenza hanno mostrato più volte che nei liquidi corporei degli astronauti sono presenti virus e batteri in quantità superiori rispetto alla norma, anche in questo caso perché, in assenza di difese efficaci, i patogeni proliferano di più. E questo, naturalmente, significa che anche coloro che si trovano sull’ISS sono più esposti al contagio, in caso di malattia di uno dei membri, attraverso, per esempio, le goccioline di saliva o il respiro.

In previsione di missioni lunghe o di voli commerciali nello spazio, è fondamentale conoscere nel dettaglio questi fenomeni che, oltretutto, chiariscono anche alcuni meccanismi del sistema immunitario di chi resta sulla Terra.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 14 luglio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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