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Il sistema immunitario controlla anche la riparazione del cuore

Quando subisce un danno, il cuore dei neonati si ripara spontaneamente, quello degli adulti no. Come mai?

Questa domanda è rimasta a lungo senza risposta, perché tutto ciò che si riusciva a vedere era il coinvolgimento di due popolazioni di cellule del sistema immunitario, i macrofagi, che nel primo caso sembravano avere un ruolo positivo, e provenire dal cuore, nel secondo negativo, e arrivare dal midollo osseo.

Ora però uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) dai ricercatori del Barnes-Jewish Hospital di Saint Louis, negli Stati Uniti, sembra fornire una spiegazione convincente del fenomeno, e un’indicazione potenzialmente utile in clinica.

In base ai dati pubblicati, infatti, i macrofagi sono distinguibili dalla presenza o meno di una proteina chiamata CCR2, assente nei macrofagi neonatali.

Farmaci anti CCR2 sono già oggetto di sperimentazioni cliniche di fase I e II per la cura dell’artrite reumatoide, e i risultati di quegli studi potrebbero essere utili per capire se gli stessi potrebbero essere usati in persone con scompenso o un altro danno cardiaco.


Data ultimo aggiornamento 11 novembre 2014
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: scompenso cardiaco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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