Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Il mal di schiena cronico si contrasta solo praticando una ginnastica personalizzata

Per quanto possa sembrare strano, esistono pochi studi sui possibili rimedi per il mal di schiena cronico che colpisce le persone anziane, nonostante questo tipo di dolore sia uno dei più diffusi, e anche uno dei più invalidanti. E’ noto che le terapie farmacologiche sono scarsamente efficaci, e non possono essere protratte per lunghi periodi, così come è stato dimostrato più volte che la stragrande maggioranza dei supplementi, nonostante le pubblicità, è del tutto inutile (oltreché costosa). L’unico approccio che ha sempre retto la prova degli studi clinici è quello fisico, basato cioè su una ginnastica o una fisioterapia mirata. E in effetti vanno in questa direzione anche i risultati di uno studio pubblicato su Lancet Rheumatology dai geriatri e ortopedici di alcune università statunitensi, coordinati da quelli dell’Università del Delaware (Stati Uniti), che dimostrano che una terapia fisica personalizzata fa diminuire il dolore e restituisce autonomia. In esso infatti poco meno di 200 persone di età compresa tra in 60 e gli 85 anni, in maggioranza donne, hanno preso parte a uno tra due programmi, entrambi della durata di otto settimane, e focalizzati in un caso sull’anca, e nell’altro sulla colonna. Di tutti i partecipanti sono stati valutati la disabilità provocata dal dolore, la resistenza e la velocità della camminata e la capacità di alzarsi da una sedia, subito dopo la fine del protocollo e poi a sei mesi. I risultati hanno mostrato che entrambi gli schemi avevano migliorato la camminata, ma la terapia focalizzata sulla colonna aveva assicurato risultati rapidi per quanto riguarda la riduzione della disabilità. Dopo sei mesi, comunque, gli effetti erano ancora presenti, e simili. Analisi ulteriori dei dati hanno poi mostrato che il 46% di coloro che avevano preso parte agli esercizi per la colonna e il 33% degli altri avevano avuto un miglioramento della disabilità del 50% o più, e che il 53% dei primi e il 60% dei secondi uno della velocità di marcia. Per quanto riguarda la capacità di alzarsi una volta seduti, lo schema basato sull’anca si era rivelato migliore, così come era avvenuto sia a otto settimane che a sei mesi per la resistenza nella camminata. Lo studio prevede un’osservazione per almeno un anno, ma i risultati definitivi non sono ancora noti.

Ciò che emerge già, tuttavia, è che l’esercizio funziona, e se è personalizzato in base alla difficoltà principale, è ancora più efficace.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 29 gennaio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA