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Il cioccolato fondente potrebbe aiutare a prevenire lo sviluppo del diabete di tipo 2

Mangiare regolarmente cioccolato fondente può aiutare a prevenire il diabete di tipo 2, e l’effetto è dose-dipendente, cioè cresce all’aumentare delle quantità assunte.

La buona notizia – per gli amanti del cioccolato dark – arriva dalle pagine del British Medical Journal, dove un team di ricercatori della T.H. Chan School of Public Health di Harvard (Boston) ha messo insieme i dati di tre grandi studi di popolazione portati avanti per diversi anni. Nello specifico, gli autori hanno valutato le informazioni emerse dallo studio delle infermiere, il Nurses’ Health Study (condotto tra il 1986 e il 2018), dal suo proseguimento (Nurses’ Health Study II; 1991-2021), e di quello sul personale medico maschile (lo Health Professionals Follow-Up Study condotto tra il 1986 e il 2020), per un totale di oltre 111.600 persone, suddividendo l’analisi in due tipologie: una relativa alla prevenzione del diabete di tipo 2, e una alle differenze tra cioccolato fondente e al latte.

Nella prima il risultato è stato chiaro: chi consuma cinque porzioni da un’oncia (28 grammi) di cioccolato fondente alla settimana, pari a circa 20 grammi al giorno, ha una diminuzione del rischio del 10%.

Anche dal punto di vista della tipologia i risultati sono stati netti: mentre il cioccolato fondente è associato a una diminuzione del rischio del 21%, quello al latte non ha alcun tipo di effetto e anzi, fa aumentare il peso, nel tempo, incrementando così anche il rischio di diabete di tipo 2. Inoltre, per ogni porzione di cioccolato fondente alla settimana in più si vede un 3% di diminuzione ulteriore del rischio di diabete 2.

Il merito, secondo gli autori, è dei flavanoli, composti a elevato potere antiossidante, presenti in alte concentrazioni nel cioccolato dark, ma non in quello al latte, che contiene quantità del tutto diverse di zuccheri e latte, oltre a un cacao di partenza molto differente.

Lo studio non dimostra l’esistenza di un nesso di causa ed effetto, ma ne conferma numerosi altri pubblicati negli anni, che hanno mostrato i benefici del cioccolato a elevata concentrazione di cacao amaro. I flavanoli sarebbero capaci anche di contrastare i possibili effetti sul peso degli acidi grassi saturi e dello zucchero presenti e questi spiegherebbe perché non si vedano controindicazioni. Per avere la conferma definitiva sarebbe comunque opportuno condurre studi controllati specifici, hanno concluso gli autori.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 24 dicembre 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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