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I tassisti e i conducenti di ambulanze potrebbero essere protetti dall’Alzheimer

Ci sono due categorie di lavoratori che, con ogni probabilità, sono protette dallo sviluppo della demenza di Alzheimer: i tassisti e i conducenti di autoambulanze e simili. La necessità di esercitare continuamente il senso di percezione dello spazio e quella di tracciare mappe mentali per definire iter sempre diversi sembra infatti avere un effetto sul sistema nervoso che, invece, non si vede in professionisti che guidano seguendo percorsi prestabiliti come gli autisti di autobus e i piloti di aerei.

L’associazione tra professione e rischio di Alzheimer, che non dimostra l’esistenza di un nesso di causa ed effetto, ma solo - per ora - quella di una relazione, è stata mostrata dai ricercatori del Massachussetts General Hospital di Boston, che hanno analizzato i dati di morte e quelli sociodemografici di più di nove milioni di cittadini americani deceduti dal 2020 al 2022. Le persone verificate svolgevano una tra 443 occupazioni diverse, e controllando chi di loro era deceduto per l’Alzheimer, gli autori si sono trovati di fronte a numeri molto interessanti. Come hanno poi riportato sul British Medical Journal, infatti, in generale il 3,8% dei soggetti è morto a causa di una demenza di Alzheimer. Tuttavia, tra i tassisti il tasso è risultato essere i pari all’1,03%, e tra i guidatori di ambulanze allo 0,91%, il più basso in assoluto,. I conducenti di autobus, per confronto, erano più simili alla media generale, con il 3,1%, e lo stesso valeva per i piloti di aereo, risultati addirittura più a rischio, con il 4,5% (probabilmente per altri fattori quali l’esposizione agli inquinanti, lo stravolgimento dei ritmi circadiani e altro).

Tra le cause ipotizzate vi è il fatto che le aree cerebrali sollecitate dalla ricerca spaziale, tipicamente poste nell’ippocampo, sono pesantemente coinvolte anche nell’Alzheimer: tenerle sempre allenate potrebbe avere un effetto protettivo. Va però anche detto che gli autori non escludono che la percentuale più bassa sia una distorsione statistica dovuta al fatto che le persone, quando iniziano a manifestare il declino cognitivo, lasciano quel tipo di lavoro, anche se lo ritengono improbabile, visti i numeri e il razionale anatomico.

In generale, lo studio mette in rilievo i possibili legami tra il tipo di occupazione e il rischio di Alzheimer, che andrebbero studiati meglio E costituisce un invito indiretto a utilizzare di meno i navigatori, e di più il proprio cervello, quando si deve trovare una strada.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 8 gennaio 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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