Notice: Undefined index: role in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/story.php on line 16
I tamponi intimi contengono numerosi metalli, ma l’alternativa c’è: le coppette - L'Assedio Bianco

Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

I tamponi intimi contengono numerosi metalli, ma l’alternativa c’è: le coppette

I tamponi interni per le mestruazioni sono molto amati dalle donne: secondo le stime, li usa una percentuale di donne compresa tra il 50 e l’80%. Ma quanto sono sicuri, considerando che restano anche per diverse ore a contatto con i tessuti vaginali interni, particolarmente vascolarizzati? Non molto, stando a quanto scoperto dai ricercatori dell’Università della California di Berkeley, che hanno analizzato 30 tipi di tamponi venduti da 14 produttori in diverse parti del mondo. Come illustrato su Environment International, in particolare gli autori hanno controllato la presenza di 16 metalli: arsenico, bario, cobalto, selenio, piombo, cadmio, calcio, cromo, rame, ferro, manganese, mercurio, nichel, stronzio, vanadio e zinco. E, purtroppo, non hanno trovato nessun campione che non ne contenesse. Inoltre, anche se i dosaggi variavano, non erano mai bassi. Più nello specifico, quelli non biologici contenevano più piombo, quelli biologici più arsenico, probabilmente derivante dal cotone (che lo assorbe dalle acque). Altre possibili fonti di contaminazine sarebbero da ricercare nei materiali di base e nei processi di lavorazione. Resta da capire quali possano essere le conseguenze di un uso regolare.

Un’alternativa, però, come sottolinea un altro studio, questa volta uscito su Frontiers in Sustainability, c’è: le coppette mestruali, ancora non molto diffuse, ma molto più sostenibili e sicure. Gli autori hanno cercato di capire perché le donne non le usino molto, interrogandone circa 5.000 di Francia, Indonesia e Giappone, e hanno scoperto che la prima preoccupazione è quella del costo. La sostenibilità, la comodità e la sicurezza vengono dopo, come elementi che indirizzano le decisioni su che cosa usare durante il ciclo. Bisognerebbe quindi puntare sulla convenienza, per migliorare la conoscenza e favorire l’utilizzo, tenendo conto dello stile di vita e della cultura del singolo paese, e modulando le strategie comunicative in base a questi fattori.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 10 luglio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Notice: Undefined index: role in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/story.php on line 388


Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA