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I poteri "nascosti" della dieta mima-digiuno

Uno studio apparso sulla rivista Science Translational Medicine conferma gli effetti positivi del regime alimentare messo a punto dal biochimico Valter Longo (University of Southern California), che appare in grado di frenare l’invecchiamento e di migliorare il metabolismo. Ma è possibile che il digiuno controllato inneschi anche un "rinnovamento" delle cellule immunitarie

di Silvia Soligon

Quando si deve convivere con una malattia autoimmune, scelte alimentari opportune possono aiutare a sentirsi meglio: nel caso della sclerosi multipla, per esempio, risultati in alcuni casi positivi (anche se non confermati dalla letteratura scientifica) erano stati ottenuti, negli anni passati, con la cosiddetta dieta Swank, un regime alimentare basato sulla limitazione di consumo di grassi saturi e oli idrogenati. Le ricerche sul ruolo giocato dall’alimentazione nella comparsa e nella gestione delle patologie autoimmuni non si fermano nemmeno oggi. L’Assedio Bianco ne ha parlato con Valter Longo, biochimico della University of Southern California di Los Angeles (Stati Uniti) e dell’Istituto di Oncologia Molecolare IFOM di Milano, e autore del libro La Dieta della Longevità (Vallardi editore).

Esperto di gerontologia (la scienza che studia la biologia dell’invecchiamento), nel suo libro Longo parla dei benefici di un regime alimentare (la Dieta della longevità, appunto) a base di vegetali e pesce, con una forte riduzione di grassi saturi e zuccheri semplici, un apporto limitato ma sufficiente di proteine, e una preferenza per le farine integrali. Ma un ruolo molto importante viene attribuito da Longo anche alla Dieta mima-digiuno, un regime alimentare da seguire periodicamente (sotto stretto controllo medico), intervallandolo alla Dieta della Longevità, per ottenere i vantaggi derivanti dall’astinenza dal cibo senza scontrarsi con i rischi e le difficoltà del digiuno vero e proprio. È ormai dimostrato - anche da uno studio apparso recentemente  sulla rivista Science Translational Medicine - che la Dieta mima-digiuno permette di ridurre i rischi cardiovascolari, migliora la gestione del diabete e aiuta a frenare l’invecchiamento e certe forme di cancro. Mancano ancora studi definitivi, invece, sul modo in cui questo regime alimentare influenza direttamente il sistema immunitario. Ma diversi ricercatori sono convinti che il digiuno (sotto controllo medico) e la dieta che ne riproduce gli effetti (la mima-digiuno, appunto) possano innescare una sorta di rigenerazione delle cellule, a partire proprio da quelle del sistema immunitario, che porterebbe alla distruzione e alla ricostituzione di circa un terzo delle cellule del nostro sistema difensivo, già dopo pochi giorni. E questo potrebbe determinare un giovamento per alcuni pazienti con problemi autoimmuni. «Chi ha inizi di autoimmunità o potenziale autoimmunità - spiega Longo - farebbe bene a entrare in questa modalità di prevenzione, e vedere come va. Potrebbe essere un primo metodo per verificare se si riescono a eliminare disturbi potenzialmente autoimmunitari ancora in fase iniziale. A seconda dei casi si dovrà parlare con il medico, con il neurologo o con il gastroenterologo, spiegando che si è disposti a rischiare, visto che gli studi non sono stati ancora completati, e si dovrà prendere una decisione insieme allo specialista, che potrebbe individuare una serie di ragioni per cui questa strategia debba essere evitata».

La Dieta mima-digiuno andrebbe alternata alla Dieta della Longevità una volta ogni 2 mesi, per un periodo di 5 giorni, previa approvazione da parte del medico curante. Nei pazienti con autoimmunità, invece, il ciclo può essere allungato a 7 giorni. «Questo perché - spiega Longo - è necessaria una riduzione più netta delle cellule del sistema immunitario (che, come dicevamo, si distruggono, in parte, e vengono rigenerate, in seguito al digiuno controllato, ndr). Dato, però, che nella terapia delle patologie autoimmuni vengono spesso utilizzati farmaci immunomodulatori, Longo finisce per raccomandare anche in questo caso che il medico prenda in considerazione la possibilità di seguire una Dieta Mima-Digiuno solo di 5 giorni (e non di 7), sempre sottolineando che i benefici di queste raccomandazioni richiedono ancora una conferma. «Non tutti coloro che hanno una patologia possono pensare di seguire la Dieta Mima-Digiuno e guarire» - aggiunge Longo. Ma qualche effetto positivo può arrivare, secondo gli studiosi.

Come funziona? «In un certo senso - dice Longo - questa dieta è una forma di malnutrizione molto particolare, che va a stimolare le cellule staminali e a rigenerare vari tessuti distrutti, o sistemi in cui c’è stata una perdita cellulare, per poi produrre cellule che sono sane. Insomma, questa dieta dà un segnale a tutto il sistema di distruggere o ridurre nettamente molti tipi di cellule, incluse quelle del sistema immunitario, probabilmente andando a preferire i globuli bianchi danneggiati e quelli che non vengono utilizzati in quel momento. Non sappiamo bene come riesca a fare queste distinzioni - conclude Longo - ma nei periodi di digiuno molte cellule danneggiate vengono eliminate, mentre viene ridotta al minimo, probabilmente, l’eliminazione delle cellule che sono necessarie». L’effetto è abbastanza generalizzato, non specifico. Ma qualche effetto positivo, dicevamo, può probabilmente farsi sentire anche sulle malattie autoimmuni.

Data ultimo aggiornamento 28 marzo 2017
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Vedi anche: • I cibi che rinforzano (davvero) le nostre difese


Tags: autoimmunità, cancro, diabete



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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