ARMI BIOLOGICHE
I nuovi antimicotici arrivano da un batterio.
E sembrano invincibili: come Keanu Reeves

Le infezioni che resistono ai farmaci tradizionali sono una delle più gravi emergenze contemporanee. Batteri, funghi e virus contro i quali non esistono terapie mietono ogni anno migliaia di vittime, con numeri in costante peggioramento, a fronte di una assoluta scarsità di nuove molecole attive. Ora però una speranza arriva dai batteri, perché alcuni ceppi di Pseudomonas aeruginosa, per difendersi dalle amebe che li infettano per nutrirsene, producono una classe di tossine che potrebbe diventare una nuova categoria di farmaci diretti contro i funghi, settore in cui la carenza di farmaci è particolarmente drammatica. A scoprirlo sono stati i microbiologi del Leibniz Institute for Natural Product Research and Infection Biology dell’Università di Jena, in Germania, che hanno pubblicato, sul Journal of the American Chemical Society, quanto osservato su funghi che infettano sia le piante che gli esseri umani.
Le nuove molecole, che sono state chiamate keanumicine (A, B e C) in onore dell’attore americano Keanu Reeves, che ha spesso recitato ruoli di spietato assassino (questa la spiegazione data dagli autori), sono costituite da frammenti di proteine unite a lipidi, e hanno un effetto simile a quello di alcuni saponi naturali. Sperimentate contro vari tipi di funghi, che hanno qualche tratto in comune con le amebe, si sono rivelate molto attive contro la Botrytis cinerea, un fungo che provoca la formazione di una muffa grigia su oltre 200 tipi di piante (tra le quali le viti e le fragole) e che ogni anno provoca perdite economiche molto rilevant. Ma si sono mostrate efficaci anche contro la Candida albicans, uno dei funghi (miceti) più diffusi negli esseri umani, spesso innocua, ma che in alcuni casi (come nelle persone immunodepresse) può estendersi a diversi organi e diventare grave, talvolta mortale, e che è ormai quasi del tutto resistente ai (pochi) antimicotici disponibili.
Inoltre, le keanumicine sarebbero del tutto innocue sulle cellule vegetali, candidandosi così a diventare fitofarmaci sostenibili da somministrare direttamente e, al tempo stesso, farmaci per uso umano privi dei pesanti effetti collaterali che caratterizzano gli antimicotici più potenti. Per quanto riguarda le cellule umane, la tossicità sarebbe molto bassa, e l’efficacia alta: ne basterebbero dosi molto limitate per eliminare l’infezione da Candida.
Le ricerche continuano.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 13 marzo 2023
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