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I nostri antenati, europei di 18.000 anni fa,
erano cannibali. E non per scopi rituali

Gli europei dell’età del bronzo, vissuti circa 18.000 anni fa in Europa centrale, chiamati magdaleniani, cacciatori e raccoglitori, si dedicavano al cannibalismo. E non lo facevano per scopi rituali, ma per cibarsi di tutto ciò che poteva essere nutriente nei cadaveri dei nemici sconfitti, o forse anche solo in quelli di nuclei familiari e tribali sconosciuti con cui entravano in contatto. La storia di quei primi ominidi va dunque corretta, perché finora non si pensava che tale pratica fosse diffusa nel continente. A farlo ha provveduto uno studio appena pubblicato sulla rivista del gruppo Nature Scientific Reports, nel quale i paleontolgi del Catalan Institute of Human Paleoecology and Social Evolution (IPHES) di Tarragona, in Spagna, hanno attentamente riesaminato 63 reperti appartenenti ad almeno dieci persone, forse appartenenti a una stessa famiglia, trovato anni fa in un sito particolarmente ricco, la grotta Maszycka nelle vicinanze di Prądnik, vicino a Cracovia, in Polonia, che da più di un secolo sta arricchendo le nostre conoscenze sui primi abitanti dell’Europa continentale grazie ai numerosi frammenti e reperti che contiene. 

I ricercatori hanno applicato tecniche sofisticate di microscopia in 3D per analizzare la natura delle fratture e dei segni presenti sulle ossa, e hanno concluso che buona parte di essi non poteva essere stata incidentale. Piuttosto, i crani presentano le prove di aperture praticate apposta per giungere al cervello, particolarmente nutriente, così come gli altri reperti quelle di un accurato prelievo della pelle, dei muscoli, delle parti cartilaginee come le orecchie, e, per quanto riguarda le ossa, del midollo in esse contenuto. La tipologia e la frequenza dei segni indicano che si trattava di azioni nelle quali gli ominidi avevano acquistato esperienza, e che praticavano sempre allo stesso modo.

Per quanto riguiarda i motivi, si pensa che siano da attribuire alla ricerca di cibo, dal momento che in quel periodo la popolazione umana crebbe sensibilmente in Europa. In base a quanto osservato, sembra che le persone non necessariamente venissero uccise per diventare alimenti. Tuttavia, quando capitava che morissero, si procedeva subito a prelevare il possibile prima che iniziasse la putrefazione, in un’ottica di sfruttamento ottimale della situazione, e anche di affermazione territoriale. Non ci sono infatti tracce di riti funerari o comunque religiosi, presenti in altri siti, per esempio inglesi (i crani, in quel caso, erano modellati per diventare boccali). I magdaleniani mangiavano i propri simili defunti semplicemente per fame.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 21 febbraio 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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