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I grandi incendi espongono chi li subisce
a enormi quantità di inquinanti pericolosi

Negli ultimi due decenni ogni anno, sulla Terra, non meno di due miliardi di persone hanno respirato, almeno per un giorno, un concentrato di contaminanti pericolosi per la salute provenienti da un unico tipo di fonte che, per di più, è in aumento continuo: gli incendi. E questo dato rappresenta un aumento, rispetto ai dieci anni precedenti, del 6,8%. Ma respirare l’aria tossica proveniente da un incendio significa anche avere un aumento di malattie cardiovascolari, e un peggioramento delle funzioni cognitive che arriva fino all’aumento del rischio demenza: per questo è importante conoscere, e se possibile ridurre il fenomeno.

La stima, che rappresenta un passo importante in questa direzione, arriva da uno studio pubblicato su Nature in cui sono stati presi in considerazione tutti i grandi incendi, di qualunque origine, scatenatisi tra il 2000 e il 2019. L’analisi temporale, eseguita anche con l’ausilio di un programma di intelligenza artificiale, ha mostrato appunto che almeno un giorno all’anno 2,18 miliardi di persone hanno respirato numerosi contaminanti, tra i quali l’ozono e le polveri più sottili, meglio note come PM2,5, e più pericolose, di un incendio, con una media, però, ben superiore, e pari a 9,9 giorni all’anno, in aumento del 2,1% rispetto ai dati dell’ultima decade. Inoltre, coloro che risiedono nei paesi più poveri sono stati esposti per un numero medio di giorni che è circa quadruplo. Secondo gli autori, ricercatori della Monash University’s School of Population Health and Preventive Medicine, alcune zone come l’Africa centrale, il sud America, l’Asia sud-orientale e la Siberia sono particolarmente tormentate dagli incendi e quindi dalla presenza di PM2,5 nell’aria, e questo è particolarmente grave perché quelle sono anche zone dove il monitoraggio dell’aria è scarso, o del tutto assente, e dove, viceversa, la deforestazione anche tramite incendio doloso procede quasi indisturbata. Oltretutto, le nuvole generate viaggiano per centinaia, a volte migliaia di chilometri, esponendo a PM2,5 e ozono anche popolazioni residenti in zone lontane migliaia di chiloemtri. Oltre a tutti gli altri evidenti motivi, prevenire gli incendi è indispensabile anche per proteggere la salute umana, ed è piùà che urgente fare molto di più ovunque nel mondo, comprese le aree più remote e oggi meno controllate. 


Data ultimo aggiornamento 28 settembre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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