Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Dopo oltre un secolo, il virus (svizzero) della Spagnola è stato finalmente sequenziato

Per la prima volta il genoma del virus influenzale che ha causato la cosiddetta Spagnola in Europa, responsabile di 20-100 milioni di morti nel mondo tra il 1918 e il 1920, è stato interamente decrittato. Il sequenziamento è avvenuto sui resti in formalina derivanti dall’autopsia di un ragazzo di 18 anni deceduto durante la prima ondata, nel luglio del 1918, conservati nella Medical Collection of the Institute of Evolutionary Medicine dell’Università di Zurigo, ed è particolarmente importante perché si tratta del primo sequenziamento completo di questo ceppo, sull’origine del quale, ancora oggi, non ci sono certezze.

Come riportato su BMC Biology, il virus presenta tre importanti mutazioni: due che lo rendono meno sensibile alle molecole specifiche del sistema immunitario, e una che lo rende più capace di aderire ai tessuti umani. Si tratta di informazioni cruciali poiché, data l’instabilità del genoma virale, costituito da RNA, finora non era mai stato possibile avere tutta la sequenza del virus che ha flagellato l’Europa, nonostante alcuni dati parziali pubblicati in Germania e negli Stati Uniti. E ciò ha sempre impedito di capire come si sia sviluppato il ceppo che ha causato una così grande catastrofe. Ora la situazione potrebbe cambiare, e potrebbero inziare studi che, confrontando i genomi, portino a compiere qualche passo in avanti. 

Inoltre, il metodo messo a punto dai paleogenetisti dell’Università di Basilea per sequenziare l’RNA su campioni umidi, conservati in formalina, potrebbe essere molto utile per studi su altri patogeni del passato.

Le collezioni mediche delle università e degli ospedali – hanno concluso gli autori – contengono autentici tesori biologici, in grado di fornire molte risposte a domande che ancora oggi non ne hanno, come quelle sull’origine della Spagnola. 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 17 luglio 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA