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I dentifrici potrebbero presto contenere
bisindolo, un nuovo anticarie molto efficace

Presto nei dentifrici e nei colluttori potrebbe essere presente un nuovo ingrediente, di origine naturale, derivato dall’aminoacido triptofano, chiamato bisindolo. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università israeliana del Negev Ben Gurion, pubblicato su Antibiotics, dimostra infatti che questa sostanza, normalmente prodotta da alcuni batteri presenti anche nell’organismo umano, e già nota per avere effetti antitumorali e antibiotici, è estremamente potente contro la placca prodotta da una delle specie maggiormente responsabili della formazione della placca, lo Streptococcus mutans. Questo batterio è particolarmente abile nel sintetizzare il biofilm, una barriera tridimensionale inattaccabile che permette ai batteri che lo producono di proliferare indisturbati, soprattutto in presenza di zuccheri, non essendo danneggiati neppure dagli antibiotici, e contro il quale esistono pochissimi rimedi efficaci. A questi ultimi, però, potrebbe ora aggiungersi il bisindolo, che nei test in vitro si è dimostrato capace di ridurre addirittura del 92% il biofilm di S. mutans: un’efficacia mai ottenuta con altri composti che, di fatto, azzera la placca e la possibilità che si arrivi alla carie. In più, essendo una sostanza normalmente presente in vari distretti corporei, ci si aspetta che sia del tutto innocua, e che possa facilmente essere introdotta in dentifrici e colluttori. Gli esperimenti continuano, per cercare di giungere prima possibile ai primi test nell’uomo e, subito dopo, ai primi prodotti commerciali.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 1 agosto 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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