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I capelli ricci assicurano un vantaggio (evoluzionistico) a chi vive nei climi più caldi

I capelli ricci sono tali per un motivo legato all’evoluzione e all’adattamento: chi li possiede, infatti, resiste meglio di chi ha i capelli lisci agli sbalzi di temperatura e, in caso di clima particolarmente caldo, disperde meno acqua, proteggendo più efficacemente il cervello. 

Il ruolo dell’arricciamento nell’evoluzione è stato dimostrato da alcuni ricercatori di diverse università statunitensi e australiane, che hanno condotto una serie di test su manichini termici (nei quali, cioè, è possibile regolare la temperatura) cui sono state applicate parrucche con diversi tipi di capelli umani, per verificare le reazioni alle condizioni ambientali. Come illustrato su PNAS, i manichini, che avevano capelli molto ricci, ricci, lisci o che erano calvi, sono stati programmati per mantenere una temperatura esterna di 35°C, uguale a quella della cute umana, mentre venivano sottoposti a irraggiamento che simulava il sole e, dopo essere stati umidificati per riprodurre la sudorazione, a venti di diversa potenza (in una galleria del vento). La dispersione di calore è stata misurata in modo indiretto, e cioè osservando quanta elettricità il manichino richiedeva per restare a 35°C in un clima esterno di 30°C con un’umidità del 60%, cioè in condizioni analoghe a quelle di un clima equatoriale, dove sono comparsi i primi ominidi; parallelamente, è stat misurata anche la necessità di acqua.

I risultati hanno mostrato che qualunque tipo di capello esercita un effetto protettivo nei confronti delle radiazioni solari, e questo ha senso perché grazie ai capelli il cranio, e quindi il cervello, è protetto dai colpi di calore, mentre il corpo non deve consumare risorse eccessive per mantenere la temperatura. Qualcosa di simile, del resto, accade con la cute e la melatonina.

Ma i capelli più efficienti, da questo punto di vista, sono senza dubbio quelli ricci, che comportano anche una sudorazione minore, sempre in risposta al calore. Probabilmente, concludono ricercatori, i capelli hanno iniziato a comparire e poi arricciarsi circa un milione di anni fa, quando il cervello degli ominidi ha assunto dimensioni simili a quelle attuali, ed è stato necessario trovare il mopdo per proteggerlo dall’esposizione al sole che, nelle prime zone abitate, poteva essere anche molto intensa e durare tutto il giorno.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 19 luglio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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