RICERCA
Gonorrea, uno zucchero rende esagerata la risposta immunitaria

La ricerca di un’équipe canadese, pubblicata sulla rivista Science, getta nuova luce sui fenomeni scatenati dall’infezione da parte di Neisseria gonorrhoeae, il batterio responsabile della gonorrea. Gli studiosi dell’Università di Toronto hanno infatti scoperto che questo batterio può innescare una risposta immunitaria più forte (e, per certi aspetti, dannosa) rispetto a quella promossa da altre infezioni, perché produce una serie di zuccheri particolari, che iper-attivano il nostro apparato difensivo.
In effetti la gonorrea, patologia a trasmissione sessuale che - secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità - fa registrare ancora oggi ben 500mila nuovi casi al giorno (soprattutto nei Paesi più poveri), è associata a una risposta immunitaria "abnorme", che può portare a gravi danni all’utero e, in caso di gravidanza, al feto. Ma non basta: contrarre lla gonorrea può peggiorare il quadro clinico degli individui sieropositivi all’HIV, portando - se la malattia non è controllata dai farmaci - all’evoluzione dell’infezione a AIDS, perché il batterio Neisseria porta all’iperattivazione dei linfociti T, le cellule del sistema immunitario in cui si insedia l’Hiv, e questa situazione sembra risvegliare il virus.
Altri studi saranno necessari per individuare meglio i meccanismi d’azione degli zuccheri prodotti dal batterio della gonorrea, ma i ricercatori ipotizzano che in un futuro potrebbero essere sfruttati per mettere a punto nuovi trattamenti, in grado di promuovere un’efficace risposta immunitaria nei confronti di questo microrganismo.’
A.B.
Data ultimo aggiornamento 17 giugno 2015
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Tags: hiv, linfociti T