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L’AI trova decine di antibiotici nuovi nei veleni di ragni, scorpioni e serpenti

L’intelligenza artificiale (AI) dà una speranza a chi cerca di trovare nuovi antibiotici che riescano a superare le resistenze a quelli attuali, ormai dilaganti. In uno studio pubblicato su Nature Communication, i ricercatori della Perelman School of Medicine dell’università della Pennsylvania di Filadelfia hanno infatti esposto i risultati ottenuti sottoponendo a un programma di AI chiamato APEX qualcosa come 40 milioni di frammenti di proteine (peptidi) ottenuti da oltre 16.100 veleni di scorpioni, ragni e serpenti. In poche ore, il sistema ha identificato ben 386 potenziali antibiotici del tutto nuovi: un risultato che senza AI sarebbe stato impossibile, o avrebbe richiesto decenni di difficili esperimenti.

I ricercatori hanno quindi effettuato una prima scrematura, selezionando i 58 peptidi più promettenti, e li hanno messi a contatto con alcuni dei batteri più comuni. Ebbene, 53 si sono dimostrati capaci di uccidere microorganismi come Escherichia coli e Staphilococcus aureus, tra i più temuti e resistenti. E l’attività è comparsa a dosaggi ai quali non ci dovrebbero essere rischi per l’organismo umano. Tra l’altro, sono stati identificati oltre 2.000 motivi antibatterici, cioè zone dei peptidi dotate dell’attività antimicrobica, che potrebbero a loro volta essere sfruttare per creare nuove molecole.

La resistenza agli antibiotici uccide cinque milioni di persone ogni anno, ed è in aumento. I veleni sviluppati durante l’evoluzione dagli animali sono molecole difensive straordinariamente raffinate, e non stupisce che possano uccidere anche i batteri. Ora i test proseguono, per capire se uno o più dei 53 riuscirà a trasformarsi in nuovo farmaco contro le infezioni più comuni.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 16 luglio 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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