Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

In futuro la dermatite atopica si combatterà sfruttando i fagi, virus specifici dei batteri

Nella dermatite atopica, la flora batterica residente sulla cute cambia sensibilmente; per esempio, c’è sempre un’ampia proliferazione di stafilococchi aurei (che, talvolta, provocano infezioni). Ma sulla pelle di ciascuno ci sono anche altri microrganismi, meno noti, ma che potrebbero essere decisivi: i batteriofagi, detti anche semplicemente fagi, cioè virus che infettano i batteri, anziché le cellule umane. Non si sa ancora quanti tipi ne esistano, anche se alcune stime parlano, per tutto il corpo, di valori dell’ordine di 10 seguito da una trentina di zeri, perché la caratteristica dei fagi è la specializzazione. Praticamente, ne esiste un tipo per ogni specie batterica, e a volte più di uno, in una perfetta simbiosi tra specie che aiuta a mantenere tutto in equilibrio. E poiché i fagi sono del tutto innocui per l’uomo, e oltretutto indifferenti al fatto che un certo batterio sia o meno resistente agli antibiotici, stanno suscitando un interesse crescente come possibili armi contro le infezioni. D’altro canto, nella prima metà del novecento alcune preparazioni con fagi sono state impiegate come terapia, con ottimi risultati.

Con questi presupposti, i ricercatori della Medical University di Vienna, in Austria, hanno analizzato il materiale genetico presente sulla pelle di sette persone sane e dieci con dermatite atopica, e hanno individuato oltre 13.500 possibili sequenze genomiche di fagi. Quindi, come riportato su Science Advances, hanno ristretto il campo fino a individuare 133 possibili tipi di fagi specifici e, soprattutto, 28 la cui concentrazione era notevolmente diversa nei due tipi di cute. Ciò significa che il panorama complessivo dei fagi varia molto tra persone sane e persone con dermatite atopica, e che su questa differenza, con ogni probabilità, si potrebbe giocare, per esempio somministrando le specie di fagi che hanno come obbiettivo gli stafilococchi aurei, o cercando di ripristinare l’equilibrio perduto. Gli studi sono in corso.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 26 ottobre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA