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Ecco la classifica delle terapie più efficaci
per battere l’acne, da sole o in abbinamento

L’acne colpisce circa il 9% della popolazione soprattutto giovanile, con costi elevati (circa 3 miliardi di dollari all’anno solo negli Stati Uniti). Contro di essa esistono diverse terapie, la cui efficacia è stata dimostrata in studi di solito condotti in modo rigoroso. Ma esiste una gerarchia nei trattamenti? Alcuni sono migliori di altri? Per stabilirlo, i dermatologi dell’Ospedale Universitario di Taipei, a Taiwan, hanno effettuato una delle metanalisi più complete mai condotte, includendovi ben 221 studi, che hanno coinvolto oltre 65.000 persone. Come riferito sugli Annals of Family Medicine, i partecipanti avevano in media 20 anni, con un numero medio di lesioni generali di 71,5, uno di lesioni infiammate di 27 e uno di lesioni non infiammate di 44. Contro di esse, negli studi esaminati, sono stati sperimentati 37 trattamenti diversi della durata media di 12 settimane. Dall’analisi degli effetti, è emerso chiaramente che gli interventi più efficaci sono quelli a base dei, retinoidi, i derivati della vitamina A, assunti per via orale e, in particolare, quelli a base di isoretinoina. Seguono due tipi di cure composite, somministrate per via topica, e cioè un antibiotico, un derivato della vitamina A e il perossido di benzoile o BPO, oppure la stessa tripletta, ma con un antibiotico per via orale.

Per quanto riguarda i trattamenti dati in monoterapia, a parte l’isoretinoina risultano efficaci alcuni antibiotici, oppure alcuni derivati dei retinoidi per via locale, che risultano egualmente efficaci sulle lesioni infiammate. Invece, su quelle non infiammate gli antibiotici risultano meno attivi. Inoltre questi ultimi non dovrebbero essere dati da soli, per evitare di selezionare ceppi batterici resistenti.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 10 agosto 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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