PREVENZIONE
Ecco l’effetto del vaccino per il papilloma:
in Scozia zero casi di tumore tra le vaccinate

La vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV) ha ottenuto un risultato che non è eccessivo definire storico, che ne conferma la grade efficacia, e che dovrebbe tranquillizzare chi teme i vaccini. In Scozia non c’è stato neppure un singolo caso di tumore della cervice (malattia il cui sviluppo è direttamente associato alla presenza di HPV), nelle ragazze e donne nate tra il 1988 e il 1996, vaccinate quando avevano 12-13 anni, anche solo con una dose. Il vaccino ha quindi azzerato il rischio oncologico, senza che emergessero effetti collaterali o problemi di alcun tipo. Lo si legge in uno dei primi studi di questo tipo, cioè condotto su un’intera generazione di persone vaccinate (che comprende circa 450.000 ragazze, circa 40.000 delle quali vaccinate a 12-13 anni, 124.000 dopo i 14 e circa 300.000 non vaccinate), appena pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, nel quale sono stati attentamente analizzati i dati dei Registri Tumori. Si è così visto che, appunto, che non ci sono stati casi di tumore invasivo della cervice tra le ragazze vaccinate a quell’età, anche solo con una dose, e ce ne sono molti di meno per coloro che, all’epoca della vaccinazione, avevano tra i 14 e i 22 anni, e ne hanno ricevute due o tre. L’incidenza è passata da 8,4 casi ogni 100.000, a 3,2. Il dato è tanto più significativo se si pensa che il vaccino, allora, conteneva due soli ceppi (il 16 e il 18), mentre quelli somministrati oggi arrivano a contenerne fino a nove, e sono quindi ancora più efficaci.
La Scozia ha introdotto la vaccinazione di massa nel 2008, e attualmente circa il 90% degli studenti attorno ai 15 anni ha ricevuto almeno una dose. Per confronto, negli Stati Uniti, dove le campagne di vaccinazione non sono estese a tutti, il tasso di copertura vaccinale nella fascia di età compresa tra i 13 e i 17 anni è del 60%.
E’ cruciale, infine, che le ragazze, e anche i ragazzi, siano vaccinati prima di essere sessualmente attivi, per avere una coipertura completa e contribuire a ridurre ulteriormente la circolazione dei virus.
Tendenze analoghe, del resto, si sono viste in tutti in paesi del mondo che hanno intrapreso con decisione la via delle vaccinazioni di massa, come avvenuto, tra gli altri, in uno die primi, l’Australia, e in Finlandia, dove uno studio analogo pubblicato nei mesi scorsi ha dato risultati altrettanto incoraggianti.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 2 febbraio 2024
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