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Due virus che infettano insieme i bambini
sono la causa delle epatiti fulminanti

L’epatite fulminante che improvvisamente, nella primavera-estate del 2022, è comparsa in Gran Bretagna (il paese più colpito, con metà dei casi europei), in Europa e in Nordamerica, facendo ammalare, secondo l’OMS, circa mille bambini, provocando il decesso di 22 e la necessità di un immediato trapianto di fegato per 46 di essi, con ogni probabilità è stata provocata dall’infezione contemporanea di due virus. 

Lo sostengono tre studi pubblicati su Nature che, pur senza fornire la prova definitiva, portano tutti nella stessa direzione. 

Fino dalle prime indagini, condotte parallelamente in due delle zone più colpite, l’Inghilterra e la Scozia, era stata segnalata un’anomala presenza di un virus associato alle infezioni intestinali dei bambini, ma mai alle epatiti: l’adenovirus chiamato F41 (HadVF41). Per questo sono state effettuate indagini sui campioni, inviati in un laboratorio di Glasgow, specializzato nell’identificazione genetica di virus non ricercati negli esami classici, e allo University College di Londra, per lo stesso motivo. I risultati di entrambe le serie di test, oggetto di due dei tre studi, hanno fatto emergere una situazione atipica: quasi tutti i bambini avevano HadVF41, e la maggior parte dei bambini, aveva tracce evidenti di un altro virus, sempre e solo associato agli adenovirus, chiamato AAV2, trovato sia nel sangue che nel fegato di 26 casi su 32 bambini con epatite, ma solo in 5 su 74 di quelli senza. Inoltre, quasi tutti avevano anticorpi specifici contro AAV2, a riprova di un’infezione recente o ancora in corso. Infine, il 93% dei bambini colpiti aveva un assetto genetico specifico, per quanto riguarda i linfociti T, contro il 16% dei controlli, e ciò suggerisce che i piccoli che si sono ammalati possano avere avuto una risposta anomala alla co-infezione, che ha fatto precipitare la situazione.

Il virus AAV2 appartiene alla famiglia dei Dependoparvovirus che, come dice il nome, hanno bisogno di un altro virus per essere attivi che, nel caso dei bambini, era HadVF41: sembra essere stata questa la causa delle epatiti fulminanti. Il terzo studio, relativo ai casi statunitensi, è giunto alle stesse conclusioni.

Secondo gli autori, infine, la colpa sarebbe anche della pandemia di Covid, che ha modificato la circolazione dei virus, esponendo i bambini più piccoli a un rischio maggiore di contrarre co-infezioni. Non a caso, secondo un altro studio recente, in Irlanda si è visto un picco di entrambi i virus (HadVF41 e AAV2) nelle acque reflue, prova inequivocabile di una maggiore diffusione tra la popolazione.

Ora la sfida è mettere a punto metodi diagnostici più semplici e maneggevoli e, possibilmente, terapie mirate, in caso si verifichino altre crisi analoghe.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 6 aprile 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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