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Disturbi dopo il vaccino anti covid?
In un caso su tre si tratta di effetto nocebo

Gli effetti collaterali del vaccino anti Covid 19 di lieve entità sono più frequenti e più intensi in chi ha una predisposizione negativa alla vaccinazione, oppure ha timori eccessivi. E’ l’effetto nocebo, corrispondente, in negativo, a quello placebo, e la sua esistenza è stata confermata in uno studio italiano, condotto dai ricercatori dell’Università di Bologna e pubblicato sul Psychological Science. Gli autori si sono recati infatti in alcuni hub vaccinali e hanno chiesto a oltre 300 persone di esprimere i propri pensieri in merito alla vaccinazione cui erano appena stati sottoposti (si trovavano nei 15 minuti nei quali è necessario rimanere in attesa di eventuali reazioni allergiche). Quindi li hanno monitorati per 24 ore successive, e hanno così visto che l’intensità e la frequenza di disturbi quali il mal di testa, l’affaticamento o il dolore nel sito di iniezione erano decisamente più accentuate in coloro che avevano denunciato maggiori timori o una predisposizione negativa verso la vaccinazione, e che un terzo degli effetti collaterali (tutti lievi: nessuno ha avuto bisogno di ricorrere a cure mediche) era attribuibile appunto all’effetto nocebo.

Tutto ciò dimostra, secondo gli autori, l’importanza di informare adeguatamente la popolazione e di fare ogni sforzo per creare un’atmosfera favorevole e serena, quando è necessario ricorrere a un’immunizzazione. A prendere parte a questo sforzo sono chiamati non solo i medici e il personale sanitario, ma anche le istituzioni, i governi e i media.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 11 maggio 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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