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Avere ambienti del tutto privi di germi è impossibile: ci sono sempre gli estremofili

L’idea di rendere un ambiente totalmente sterile, privo di microrganismi, probabilmente è ingenua, e l’obbiettivo irraggiungibile, anche quando gli sforzi sono finalizzati a una missione spaziale, e a non portare in orbita microrganismi di alcun tipo. Ma questa non è necessariamente una cattiva notizia, perché le specie che sembrano resistere a tutto in realtà hanno caratteristiche molto interessanti, sia per lo spazio che per numerose discipline terrestri.

L’impossibilità di eliminare qualunque forma vivente da un certo ambiente è stata dimostrata in uno studio appena pubblicato su Microbiome, nel quale sono stati esaminati gli ambienti teoricamente sterili, mantenuti a temperatura controllata e a umidità zero, utilizzati al Kennedy Space Center della NASA per assemblare i moduli del vettore Phoenix, nel 2007. Il campionamento ha portato a identificare 215 genomi batterici, appartenenti a 53 ceppi, tra i quali erano presenti ben 26 specie mai descritte prima. Evidentemente, quei batteri avevano torvatio il modo di resistere a tutti i trattamenti chimico-fisici posti in essere.

I batteri che resistono a tutte le procedure di sterilizzazione, appartenenti di diritto alla categoria degli estremofili, ci riescono perché le loro colonie formano un biofilm, una struttura impenetrabile anche alle radiazioni e, in questo modo, si proteggono e continuano a proliferare. Inoltre, hanno sviluppato genomi particolarmente abili nel riparare i danni al DNA, e anche per questo sono studiati con particolare interesse. 

Gli estremofili isolati potrebbero costituire un problema nelle missioni spaziali, soprattutto perché potrebbero colonizzare ambienti extraterrestri, ma potrebbero anche contribuire a garantire la sopravvivenza degli equipaggi, grazie alla loro incredibile resistenza. Sulla Terra, poi, potrebbero aprire nuovi orizzonti nella ricerca farmaceutica, nella scienza dei materiali, in quella alimentare, in quella che cerca rimedi biologici ai danni ambientali e in generale nelle biotecnologie.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 13 giugno 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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