TERAPIE COMPLEMENTARI
La musicoterapia può migliorare molto il tono dell’umore delle persone con demenza

La musicoterapia, variamente declinata, può davvero essere di aiuto per le persone che soffrono di demenza. Lo dimostra una revisione effettuata dagli esperti della Cochrane Collaboration, il circuito internazionale di ricercatori che vaglia gli studi pubblicati secondo criteri molto severi, e trae poi conclusioni da trasformare in informazioni chiare per pazienti e medici.
In questo caso, sono stati presi in esame trenta ricerche che hanno coinvolto un totale di oltre 1.700 persone, per lo più residenti in case di cura. La musicoterapia è stata applicata in modo sia attivo, cioè con il coinvolgimento diretto dei pazienti, per esempio per suonare uno strumento o cantare, che in modo passivo, cioè con l’ascolto di musiche scelte dai terapisti, in protocolli dalla durata variabile. I parametri misurati sono stati quelli relativi al tono dell’umore, all’ansia, alla depressione, all’agitazione, alla capacità di relazionarsi al prossimo e allo svolgimento di compiti cognitivi e mnemonici.
Il risultato è stato positivo, perché la musica, comunque proposta, ha migliorato sia gli aspetti relativi all’umore che quelli della socialità, anche se non sembra aver influito su quelli più gravi come l’agitazione, l’aggressività o il delirio, né sulla capacità di svolgere compiti cognitivi complessi.
La musica non ha alcun tipo di effetto collaterale, e può quindi essere proposta in tutta sicurezza: apporta benefici, e lo fa a costi bassissimi e con vantaggi per tutti coloro che partecipano, non solo per i pazienti.
Data ultimo aggiornamento 1 aprile 2025
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