INFEZIONI OSPEDALIERE
Le lavatrici domestiche non eliminano
i batteri dai camici del personale medico

I medici e in generale il personale che lavora negli ospedali non dovrebbe lavare i camici e gli altri abiti da lavoro a casa. Le lavatrici domestiche, infatti, spesso non riescono a eliminare i batteri, soprattutto se questi hanno formato colonie protette da un biofilm. I germi, inoltre, possono sviluppare resistenza ai detersivi di casa e in questo modo trasmettere geni della stessa resistenza una volta riportati in ospedale. Infine, se hanno acquisito altri geni per la resistenza agli antibiotici, possono continuare a diffonderli, una volta riutilizzati in spedale, dal momento che è provato che la trasmissione di questi geni può avvenire anche attraverso il contatto con le fibre tessili. Lo dimostra uno studio pubblicato dai ricercatori dell’Università di Leicester, in Gran Bretagna, su PLoS Microbiology, nel quale sono state sottoposte alla prova della resistenza batterica sei lavatrici domestiche dei marchi più diffusi, con programmi normali, a 50-60°C, o con cicli brevi, a 40°C.
Solo la metà delle lavatrici si è dimostrata capace di eliminare quote sufficienti della carica batterica presente e solo dopo cicli completi a 60°C, mentre i cicli brevi sono stati del tutto inefficaci. L’altra metà non lo ha fatto, lasciando sui camici anche batteri pericolosi e molto bravi a sviluppare resistenze di vario tipo come lo Staphylococcus aureus, la Klebsiella pneumoniae, e lo Pseudomonas aeruginosa. Le analisi successive hanno poi mostrato la presenza delle sequenze associate alla resistenza a diversi antibiotici.
Secondo gli autori, le linee guida per la pulizia degli abiti da lavoro ospedalieri dovrebbero tenere conto di questi risultati ed essere riviste in modo che il rischio di resistenze sia limitato. Meglio sarebbe, comunque, lavare sempre i camici in lavanderie industriali.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 6 maggio 2025
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