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Così l’Helicobacter pylori può "proteggere" dalla sclerosi multipla

L’Helicobacter pylori, batterio associato alla formazione di ulcere gastriche, potrebbe influenzare l’insorgenza della sclerosi multipla, e farlo in modo diverso a seconda che la malattia colpisca un uomo o in una donna. A suggerire il legame è uno studio pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosugery & Psychiatry, che pur non fornendo una spiegazione dei meccanismi alla base delle differenze osservate indica che la presenza di questo microbo potrebbe esercitare un’azione protettiva soprattutto nei confronti dell’organismo femminile.

L’Helicobacter pylori è presente in circa metà della popolazione mondiale; in genere si insedia nello stomaco prima dei 2 anni di età e, se non opportunamente trattato, rimane nell’organismo tutta la vita. Questo studio ha previsto di monitorarne la presenza in 550 pazienti con sclerosi multipla e 300 persone senza la malattia. Gli autori, neurologi dell’University of Western Australia di Nedlands (Australia), hanno rilevato una prevalenza dell’infezione nettamente minore nelle donne con sclerosi multipla. Inoltre le donne con sclerosi multipla positive all’Helicobacter erano caratterizzate da una sintomatologia meno grave. Al contrario, negli uomini il batterio è risultato associato a un grado di disabilità peggiore.

Sembra quindi che l’Helicobacter pylori possa esercitare un effetto protettivo contro lo sviluppo della sclerosi multipla, che però nel caso degli uomini sembrerebbe venire meno dopo la manifestazione della patologia. Ma c’è di più. Questa scoperta potrebbe infatti aiutare a confermare la teoria igienica, secondo cui la corretta maturazione del sistema immunitario (cui corrisponderebbe un minor rischio di malattie autoimmuni e allergie) sarebbe favorita dall’esposizione precoce alle infezioni.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 22 luglio 2015
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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