ONE HEALTH
Se diminuiscono i pipistrelli in campagna,
la mortalità infantile della zona aumenta

C’è uno studio appena uscito su Science che conferma, ancora una volta, quanto il degrado dell’ambiente provocato dall’uomo sia associato strettamente alla salute umana, e quanto le filiere della produzione del cibo siano molto spesso all’origine dei problemi che poi si ripercuotono anche in altri ambiti.
In sintesi, i ricercatori dell’Università di Chicago hanno dimostrato che laddove, in zone agricole, diminuiscono i pipistrelli, aumenta la mortalità infantile. E il nesso è chiaro: i pipistrelli sono formidabili insetticidi naturali: arrivano a consumare un quantitativo di insetti pari al 40% del proprio peso in una sola notte, rendendo un servizio che permette agli agricoltori dei soli Stati Uniti di risparmiare tra i 6 e i 53 miliardi di dollari ogni anno. Se il loro numero diminuisce, chi coltiva è portato a utilizzare più insetticidi di sintesi, e questo aumento si traduce, per le popolazioni locali, in un incremento di decessi infantili, malformazioni e altri problemi associati alla gravidanza e al parto. Ma la diminuzione die pipistrelli è quasi sempre dovuta a fattori antropici, e infatti non si verifica quasi mai in zone selvagge, ma sempre in zone dove la presenza dell’uomo è dominante.
Nel caso specifico, tutto ha avuto inizio dalla diffusione, a partire dal 2006, negli Stati Uniti, di un fungo devastante per i pipistrelli, che provoca la cosiddettasindrome del naso bianco, che in alcune zone ha portato alla perdita del 98% delle popolazioni di batidi. Ma il fungo, come molti altri microrganismi patogeni, prospera per l’aumento delle temperature medie, la cui origine è nelle attività antropiche.
I ricercatori hanno dimostrato che, nel primo anno della crisi, gli agricoltori delle zone coinvolte hanno usato un chilogrammo di insetticidi in più per ogni metro quadrato di terreno coltivato, mentre dopo cinque anni i chili in più erano due, con un aumento medio del 31% rispetto a prima della scomparsa dei pipistrelli. Ma in quello stesso periodo la mortalità infantile tipicamente riconducibile alla tossicità da insetticidi è aumentata dell’8%, mentre quella per altre cause non è cresciuta. Anche se non c’è la dimostrazione di un rapporto di causa ed effetto, questo dato, molto grave, ne conferma altri sul nesso tra inquinamento e mortalità infantile. Mentre si cerca, con alterne fortune, di contenere il fungo, che sta continuando a diffondersi in tutti gli USA, gli autori chiedono approfondimenti, controlli e soprattutto inziative governative volte a tutelare la presenza dei pipistrelli nelle areee coltivate e abitate.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 14 ottobre 2024
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