SPERIMENTAZIONI
Contro l’aviaria funziona meglio
vaccino rinforzato con adiuvante

L’immunizzazione contro la cosiddetta influenza aviaria H7N9 è decisamente più efficace se il vaccino viene rinforzato con un adiuvante in grado di stimolare la risposta immunitaria. Lo dimostrano i risultati di uno studio clinico di fase II pubblicati su JAMA da un team di infettivologi ed esperti di salute pubblica statunitensi dal quale è emersa la superiorità del vaccino con adiuvante rispetto a quello a base della sola sostanza che scatena la produzione di anticorpi, l’emoagglutinina.
Così chiamata perché isolata originariamente in Cina, nel 2013, in alcuni volatili, l’influenza aviaria è identificata con la sigla H7N9, dove "H" indica l’emoagglutinina e "N" la neuroaminidasi, le due proteine virali che stimolano le difese immunitarie a produrre anticorpi e che possono variare da un virus influenzale all’altro. Lo studio ha previsto di confrontare l’efficacia di un vaccino a base di sola emoagglutinina con quella di vaccini contenenti l’emoagglutinina e uno di due possibili adiuvanti, AS03 e MF59.
In particolare, tra settembre novembre 2013 980 persone di età compresa tra i 19 e i 64 anni sono state vaccinate, in cinque diversi centri, con preparati contenenti diverse dosi di emoagglutinina da sola o associata a AS03 o a MF59. Dopo 21 giorni è stato somministrato un richiamo; in seguito i pazienti sono stati monitorati fino al mese di gennaio 2015 per verificare la sicurezza dei diversi vaccini anche sul lungo periodo. Ne è emerso che alle dosi più elevate di emoagglutinina (almeno 40 microgrammi) la percentuale di pazienti che avevano sviluppato una quantità sufficiente di anticorpi specifici era pari al 2% nel gruppo trattato solo con l’emoagglutinina, all’84% di coloro che avevano ricevuto emoagglutinina e AS03 e al 59% di coloro cui era stata somministrata emoagglutinina abbinata a MF59.
Entrambi gli adiuvanti permettono quindi di aumentare la risposta immunitaria al vaccino contro l’influenza aviaria H7N9, soprattutto AS03. La scoperta potrebbe essere utile agli esperti che stanno cercando soluzioni per affrontare un’eventuale, grave pandemia di aviaria.
A.B.
Data ultimo aggiornamento 22 luglio 2015
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