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Ciclo mestruale alterato
(per poco) dopo i vaccini?

di Agnese Codignola

Tra i possibili effetti collaterali dei vaccini anti Covid a mRNA (e forse non solo) potrebbe essercene uno che non desta particolari preoccupazioni e che è temporaneo, ma che può essere motivo di stress, soprattutto in chi non ne è preavvisato: l’irregolarità del ciclo mestruale. Le segnalazioni stanno infatti aumentando, dopo alcuni, primi casi riportati dalle dirette interessate sui social media, e per questo sono iniziati, da parte di alcuni ricercatori, diversi approfondimenti, per verificare l’esistenza effettiva di una relazione tra i due fenomeni.

A riportare lo stato dell’arte è l’autorevole rivista Science. Una delle animatrici dei nuovi studi è Kathryn Clancy, antropologa biologica dell’Università dell’Illinois di Urbana-Champaign (Stati Uniti). La professoressa Clancy, un po’ casualmente, all’inizio del 2021, ha raccontato su Twitter del suo ciclo insolitamente abbondante, con crampi dolorosi, arrivato dopo la vaccinazione con il prodotto di Moderna. Nei giorni seguenti migliaia di altre utilizzatrici del social hanno risposto riferendo esperienze simili, e questo ha insospettito la Clancy, e l’ha convinta a condurre un vero sondaggio, tra aprile e ottobre 2021, con la sola condizione, per le partecipanti, di essere donne in età fertile e con mestruazioni. A quell’appello hanno risposto in 16.000, e poco meno della metà ha affermato di aver avuto disturbi analoghi: un valore molto alto, che ha sorpreso gli stessi autori, nonostante gli evidenti limiti di una rilevazione basata su ciò che viene riferito da un pubblico non specialistico e, soprattutto, la mancanza di un gruppo di donne con caratteristiche simili, ma non vaccinate, e di un confronto diretto, nelle singole donne, tra l’andamento del ciclo prima e dopo il vaccino. A quel punto, secondo Clancy e altri ricercatori che avevano iniziato a interessarsi del tema, era importante chiarire ogni aspetto, anche per evitare di alimentare una delle fake news più popolari, sulle vaccinazioni (non solo anti-Covid): quella secondo cui l’immunizzazione interferisce, quando non compromette, la fertilità.

Così, la stessa Clancy ha lanciato un altro sondaggio, ricevendo 500 risposte già nella prima ora, per arrivare alle finali 165.000, da moltissimi Paesi. Una prima analisi, dei dati di 39.000 donne, è stata appena pubblicata sulla rivista Science Advances e ha mostrato che il 42% del campione denunciava mestruazioni assai più copiose del solito. Essendo di formazione antropologa, Clancy ha approfondito la condizione di chi aveva affermato di aver avuto sanguinamenti eccessivi, e ha scoperto, per esempio, che tra le donne in menopausa (oltre 800, il 63% delle quali aveva avuto perdite improvvise) molte si erano spaventate, ritenendo quel sintomo un indizio di un tumore all’utero, e lo stesso era accaduto al 39% delle 280 donne in transizione sessuale che, a causa delle terapie che stavano assumendo, prima del vaccino non avevano più il ciclo mestruale. 

I numeri, tuttavia, potrebbero essere più alti di quelli reali, per i limiti di questo tipo di studio. Secondo un’altra indagine, condotta questa volta in Norvegia su donne giovani (di età compresa tra i 18 e i 30 anni), solo il 13% avrebbe avuto reali variazioni del ciclo, un valore che potrebbe essere ancora più basso, visto che il 7% delle ragazze aveva avuto mestruazioni più abbondanti del solito anche nei mesi precedenti la vaccinazione.

Va poi ricordato che gli studi clinici che hanno portato all’approvazione dei vaccini a mRNA non hanno indagato questo tipo di effetto collaterale, e che la vaccinazione può alterare temporaneamente gli equilibri ormonali, in modo analogo (e per gli stessi motivi immunologici) per i quali lo fa una febbre infettiva. L’ambito è ancora poco noto, ma irregolarità dello stesso tipo sono state ipotizzate e poi smentite, negli anni scorsi, in conseguenza della vaccinazione anti papillomavirus, e sono al momento oggetto di studio anche per la vaccinazione antinfluenzale.

Intanto, due studi pubblicati sul sito MedRXiv, in attesa di revisione, il primo su sole 79 donne, il secondo su poco meno di 15.000 donne, hanno mostrato un allungamento medio della durata compreso tra mezza giornata e due giorni, mentre non hanno fatto emergere criticità particolari per l’abbondanza del flusso.

Lo stesso ha visto Alison Edelman, ginecologa della Oregon Health & Science University (Stati Uniti), che ha controllato 2.400 donne vaccinate e 1.400 non vaccinate, trovando che in media l’allungamento era di meno di un giorno. Nel 10% dei casi, però, la durata era arrivata anche a otto giorni. Il ciclo, comunque, era poi rientrato nei limiti normali nel giro di un mese, cioè del ciclo successivo.

Le notizie sono dunque rassicuranti, e rafforzate da dati analoghi provenienti dalla Gran Bretagna, relativi a 36.000 segnalazioni e pubblicati all’inizio del 2022 sul British Medical Journal: ci può essere un effetto sul ciclo, soprattutto per quanto riguarda la durata, ma è spiegabile, temporaneo e soprattutto privo di conseguenze, stando a ciò che si sa oggi. 

È comunque necessario approfondire tutti i dati, chiarire meglio il meccanismo attraverso il quale lo stimolo al sistema immunitario potrebbe interagire con quello ormonale, e verificare se ciò si determina con tutte le tipologie di vaccini in uso.

Data ultimo aggiornamento 12 agosto 2022
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: coronavirus, Covid-19



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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