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Andare regolarmente a ballare aiuta
a combattere i chili di troppo e l’obesità

Per contrastare l’obesità c’è uno strumento alla portata di tutti, che non ha effetti collaterali e anzi, assicura anche altri benefici: la danza. Se praticato con regolarità, il ballo assicura infatti la perdita di peso e il miglioramento degli indici metabolici associati al peso in eccesso, preserva le articolazioni e i muscoli e apporta anche significativi benefici psicologici, da non trascurare in persone spesso oggetto di stigma e vittime di depressione.

A consacrare la danza di qualunque tipo come vera e propria  “terapia” antiobesità è una metanalisi pubblicata su PLoS One dai ricercatori della Hunan University di Xiangtan, in Cina, che hanno scandagliato centinaia di studi condotti in tutto il mondo fino a selezionarne dieci, che hanno coinvolto in totale circa 700 persone dell’età media di 48 anni, con un indice di massa corporeo e una distribuzione della materia grassa compatibili con la definizione di sovrappeso oppure obesità. Tutti i partecipanti ai diversi studi non svolgevano altri tipi di attività fisica, e avevano frequentato regolarmente (in media tre volte alla settimana) corsi di diversi tipi di ballo (della durata di 40-60 minuti a lezione) per almeno tre mesi.

Alla fine, il risultato è stato che la danza ha garantito una perdita di peso e un miglioramento dell’indice di massa corporeo simile a quello che si ottiene con la ginnastica di pari intensità e frequenza, e che il dimagrimento è stato sano, perché non ha fatto perdere massa magra, ma solo tessuto adiposo, contribuendo a riequlibrare tutto l’organismo. In più, il ballo ha favorito la socializzazione e contribuito a tenere sotto controllo  l’umore.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 19 gennaio 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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