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Le gravidanze tardive possono avere effetti negativi sullo stato di salute del neonato

In tutti i paesi più sviluppati da tempo si registra la tendenza delle donne a fare figli in età avanzata, dal punto di vista della gravidanza, e cioè ben dopo i 35 anni. Studi condotti in diversi paesi hanno evidenziato che le donne che fanno figli più tardi hanno un indice di massa corporeo mediamente più alto, si rivolgono più spesso ai servizi di assistenza alla riproduzione, hanno una probabilità più elevata di partorire con il taglio cesareo e di avere certe patologie specifiche della gravidanza.

Ma che cosa succede alla salute dei loro bambini? Risentono dell’età della madre? Per capirlo, i ricercatori dell’Università di Uppsala, in Svezia, si sono serviti dei dati ufficiali contenuti nello Sweden’s National Medical Birth Register, in cui sono archiviati tutti i dati, e hanno analizzato quelli relativi al periodo compreso tra il 2010 e il 2022.

In totale, in quel periodo in Svezia sono nati poco più di 312.000 bambini da donne con più di 34 anni. I neonati sono stati suddivisi in tre gruppi: quelli di madri che avevano 35-39 anni, usati come controllo, quelli le cui madri di anni ne avevano tra i 40 e i 44, e quelli con madri over 45. Come riportato su Acta Pediatrica, i bambini delle madri con più di 39 anni sono risultati più spesso colpiti da morte intrauterina, parto prematuro, basso peso alla nascita e bassi valori di glicemia sempre alla nascita rispetto ai figli delle madri di controllo. Nello specifico, la situazione più grave, e cioè lo stillbirth, la morte del feto, comunque per fortuna molto rara, si è registrata nello 0,83% delle madri con più di 45 anni e nello 0,42% di quelle tra i 35 e i 39 anni; il basso peso alla nascita si è avuto rispettivamente nel 4,8% dei figli di madri di 35-39 anni, nel 6,1% di figli di donne con più di 40 e meno di 45 anni, e nell’8,4% dei figli di donne ultraquarantacinquenni.

E’ importante che le donne che programmano una gravidanza in età avanzata siano debitamente informate delle conseguenze sul parto e sulla salute del bambino, hanno commentato gli autori, così, come che i servizi di ginecologia, ostetricia e neonatologia mettano a punto protocolli adeguati e specifici per queste donne.

Nel 2022 in Svezia il 4,8% delle neomamme aveva più di 40 anni.  

A.B.
Data ultimo aggiornamento 9 luglio 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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