Notice: Undefined index: privacy in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/top/privacy_advisor.php on line 1

Questo sito utilizza cookies tecnici (Google Analytics) per l'analisi del traffico, senza scopi commerciali; proseguendo la navigazione ci si dichiara implicitamente d'accordo all'uso dei medesimi Ok, accetto

Il verde urbano di parchi e giardini aiuta
a prevenire e contrastare l’osteoporosi

Chi vive in città e vuole prevenire e combattere l’osteoporosi dovrebbe cercare di abitare in aree con del verde urbano,  oppure, quando non ciò è possibile, di passare del tempo in quelle disponibili, di camminare, fare attiviità fisica e respirare l’aria più pulita che esse assicurano.

Secondo uno studio pubblicato sugli Annals of Rheumatic Diseases, infatti, chi abita vicino a parchi e giardini è più protetto. Lo hanno scoperto i ricercatori della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan, in Cina, che hanno lavorato sui dati del grande archivio britannico UK Biobank, relativi a poco meno di 400.000 persone, la metà delle quali donne, dell’età media di 56 anni. Analizzando la storia clinica, ma anche quella di vita dei 12 anni precedenti, compresi i luoghi di residenza, e incrociando questi dati con quelli, basati su immagini satellitari, che definiscono la quantità di piante presente in una certa area, gli autori hanno visto che chi risiede in una zona dove, nel raggio di 300-1.500 metri, sono presenti aree verdi, ha in media una densità ossea maggiore, e una diminuzione del rischio di sviluppare osteoporosi del 5%.

Anche se lo studio non dimostra l’esistenza di un nesso causale, di certo la suggerisce. E le spiegazioni scientifiche non mancano. Le piante esercitano infatti due tipi di effetti che potrebbero contrastare l’osteoporosi: abbattono, sia pure localmente, gli inquinanti, e in particolare le polveri sottili più pericolose, le PM2,5, e gli ossidi d’azoto, che danneggiano anche le ossa. Inoltre stimolano le persone, talvolta senza che queste se ne rendano conto,  a camminare, a muoversi e a fare attività fisica, abitudini fondamentali per mantenere le ossa in salute. Per questo anche chi non vive accanto a un parco o a un giardino dovrebbe cercare di passare regolarmente del tempo tra le piante: le sue ossa lo ringrazieranno.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 28 marzo 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA