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L’ecstasy o MDMA è più vicino al via libera della FDA per lo stress post traumatico

L’MDMA o ecstasy sembra davvero vicino all’approvazione, negli Stati Uniti, come terapia per il disturbo da stress post traumatico o PTSD. Presto potrebbe arrivare il via libera, già concesso in Australia per la stessa indicazione nello scorso mese di giugno. Dopo un primo studio positivo uscito nel 2021, infatti, ora a anche una seconda sperimentazione conferma le potenzialità di questa molecola mai approvata per nessuna indicazione, messa a punto nel 1912, ma utilizzata come sostanza d’abuso da decenni. La MAPS, o Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, organizzazione no profit di San Jose, California, che studia le sostanze psichedeliche da moltissimi anni, e che ha messo a punto un suo protocollo per sperimentare queste sostanze in accordo con la FDA,  dopo aver mostrato dati molto positivi su una novantina di persone nel 2021 (il 67% è guarito dal PTSD, rispetto al 32% che aveva assunto un placebo), ha infatti reso noti i nuovi dati su un centinaio di pazienti, pubblicandoli ancora su Nature Medicine.

Anche in questo nuovo studio, doppo tre sole sessioni di terapia,  il 71% di coloro che erano stati sottoposti a MDMA insieme a una psicoterapia non sono più rientrati più nella definizione di PTSD, contro il 48% del gruppo di controllo. L’effetto sembra essere presente anche in persone che soffrono da molto tempo della sindrome, così come di altri disturbi dell’umore quali una depressione maggiore. Interessante anche il tasso di abbandoni dello studio: solo del 9%, mentre i valori medi per chi segue solo una psicoterapia sono stabilmente sopra il 50%. Quanto ai rischi, oltre a quelli noti di schizofrenia e crisi psicotiche in chi ha una predisposizione genetica, è necessario prestare attenzione alla funzionalità cardiaca e renale, e anche per questo è indispensabile assumere l’MDMA in un ambiente protetto, e alla presenza di medici.

Tutto ciò conferma, indirettamente, che il trattamento costituito da una psicoterapia più poche assunzioni di MDMA in ambiente controllato funziona. La FDA di solito chiede due studi clinici, e dal momento che adesso sono disponibili, ci si aspetta che conceda le autorizzazioni necessarie, anche perché la sostanza era già stata inserita nella categoria di quelle cosiddette breakthrough, che meritano una corsia preferenziale perché possono offrire una cura in ambiti dove non ve ne sono, o dove quelli che esistono non sono così efficaci.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 17 ottobre 2023
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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