Notice: Undefined index: privacy in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/top/privacy_advisor.php on line 1

Questo sito utilizza cookies tecnici (Google Analytics) per l'analisi del traffico, senza scopi commerciali; proseguendo la navigazione ci si dichiara implicitamente d'accordo all'uso dei medesimi Ok, accetto

Giocare a golf occasionalmente è salutare.
Se lo si fa spesso, è meglio essere prudenti

Giocare a golf (ma anche fare spesso giardinaggio, o dedicarsi all’orticoltura) per anni e regolarmente, potrebbe avere un effetto imprevisto, almeno per gli uomini: far aumentare in misura considerevole il rischio di sclerosi laterale amiotrofica o SLA. E la spiegazione va cercata nel fatto che i campi da golf (come gli orti e i giardini) sono pieni di pesticidi e di erbicidi tossici per il cervello. Non a caso, per le categorie professionali coinvolte, il rischio è noto da tempo. 

A stabilire il nesso è uno studio pubblicato sul Journal of Neurological Sciences, nel quale sono state verificate le abitudini di 400 malati e circa 300 controlli, tutti di età media attorno ai 60 anni. Il risultato è stato che chi aveva giocato a golf abitualmente aveva anche un rischio triplo rispetto a chi non lo fa, e anche per le altre attività si vedeva un aumento, sia pure di minore entità. 

Diverso è il discorso se, invece, l’esposizione è solo temporanea. Secondo un altro studio, uscito negli stessi giorni su ACS Agricultural Science & Technology, e finanziato da associazioni di categoria, infatti, i residui che effettivamente restano sui vestiti e vengono respirati o assorbiti sono minimi, e non ci sarebbero quindi rischi immediati. In quel caso, i ricercatori dell’Università di Amherst, in Massachussetts, hanno chiesto a otto volontari di indossare abiti di cotone grezzo, veli, calzini e guanti studiati apposta per raccogliere i residui, e li hanno fatti giocare in un campo a 18 buche nel quale erano stati applicati, un’ora prima, quattro tra i più comuni fitofarmaci (la cyfluthrina (insetticida), il chlorothalonil (funghicida), l’MCPP-p (erbicida) e il 2,4-D (erbicida, peraltro già vietato in molto paesi), alle dosi massime consigliate, rimanendo poi quattro ore sul green. Sia gli abiti che le urine dei giocatori hanno mostrato concentrazioni dei composti al di sotto dei valori considerati a rischio. Anche grazie a nuove modalità di dispersione, sembra dunque che dedicarsi occasionalmente al golf – attività che può avere effetti benefici sulla salute – non esponga a rischi.

Al contrario, se lo si fa molto spesso, sarebbe bene informarsi sulle strategie più adatte a evitare la contaminazione quali il cambio degli abiti, l’uso di mascherine chirurgiche e un lavaggio abbondante e accurato dopo l’esposizione. 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 15 aprile 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA