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Niente banane e molti frutti di bosco: ecco
la ricetta del frullato pieno di antiossidanti

Quando si prepara uno smoothie di frutta, sarebbe meglio non aggiungere le banane o, quantomeno, nel caso non si voglia rinunciare, prevedere anche frutti di bosco. Uno studio dei ricercatori dell’Università della California di Davies dimostra infatti che le banane interferiscono pesantemente con gli antiossidanti provenienti dagli altri frutti, e in particolare con i flavanoli, fino a neutralizzarli quasi del tutto, vanificando così i benefici. La colpa è di un enzima chiamato polifenolo ossidasi o PPO, molto presente nelle banane che, appunto, ossida i polifenoli, disattivandoli: è per causa del PPO che alcuni tipi di frutta fresca come le mele, appena tagliate, tendono a diventare marrone. Il risultato è che, rispetto a un frullato con frutti di bosco, quello con banane può contenere fino all’84% di polifenoli attivi in meno.

Nello studio, pubblicato su Food and Function, si sottolinea che, anche se il PPO è presente nella maggior parte dei frutti, molto dipende dalla sua quantità e attività enzimatica.

Per verificare il suo ruolo nei frullati misti, in particolare, i ricercatori hanno chiesto a otto volontari di bere un frullato di banana o uno di frutti di bosco, nei quali l’attività della PPO di solito è bassa. Inoltre, un gruppo di controllo ha assunto una capsula di flavanoli in dosi note. Il passaggio successivo è stato la misurazione della concentrazione di flavanoli nel sangue e nelle urine delle persone che avevano bevuto i diversi tipi di frullato, e il risultato è stato appunto una diminuzione dell’84% tra chi aveva bevuto lo smoothie di banana rispetto a chi aveva ingerito le capsule o il frullato con i frutti di bosco. L’aggiunta di una sola banana aveva avuto effetti molto rilevanti.

I flavanoli sono presenti, tra gli altri, negli ananas, nel mango, nei frutti di bosco, nel cacao, nelle mele, nell’uva e nello yogurt e sono stati associati a un effetto protettivo per il cuore, la memoria, i vasi e così via. Nel 2022 l’Academy of Nutrition and Dietetics statunitense ne ha raccomandato l’assunzione di 400-600 milligrammi al giorno, un quantitativo non sempre facile da raggiungere con i frutti interi. Per questo i frullati sono ottimi, ma bisognerebbe cercare di introdurre frutta con una bassa attività di PPO quale, per esempio, le arance, l’ananas e il mango, oltre allo yogurt, evitando le banane, se possibile. Se non ci si vuole rinunciare, è bene aggiungere frutti a basso PPO oper controbilanciare l’effetto.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 10 novembre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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