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Il caffè (specie al mattino) previene alcuni tumori, protegge il cuore e allunga la vita

Continua il momento favorevole per la caffeina e le bevande che la contengono come tè e caffè. Una revisione di dozzine di studi mostra infatti che un consumo regolare di tè o caffè riduce sensibilmente il rischio di tumori del distretto testa-collo, mentre un’altra ricerca lo associa a un effetto protettivo sul cuore, e una terza a un allungamento della durata della vita.

Nel primo caso gli autori, epidemiologi dello Huntsman Cancer Institute e della University of Utah School of Medicine, hanno analizzato i dati contenuti in 14 studi e, in particolare, quelli relativi a oltre 9.500 persone con un tumore e a oltre 15.700 controlli, e hanno così dimostrato l’effetto preventivo. Come esposto su Cancer, infatti, chi beve 4 tazze di caffè al giorno ha una diminuzione del rischio di sviluppare un tumore del distretto testa-collo in generale del 17%, di quelli del cavo orale del 30%, di quelli dell’ipofaringe (la parte superiore della gola) del 41%. Anche il caffè decaffeinato fa bene, da questo punto di vista. Il calo, in questo caso, sempre per 3-4 tazze al giorno, è del 25% per i tumori del cavo orale. Chi preferisce il ha una diminuzione del 29% di quelli dell’ipofaringe, per un consumo sempre di 3-4 tazze al giorno. Anche una sola tazza di tè al giorno, comunque, è benefgica, e associata a un calo del 9% dei tumori dell’area in generale, del 27% di quelli dell’ipofaringe. Se si va oltre una tazza si ha una diminuzione del rischio di quelli della laringe del 38%.

Il secondo lavoro, pubblicato sullo European Heart Journal, ha preso in esame i dati di poco meno di 1.600 persone che avevano preso parte al grande studio sulle abitudini alimentari degli americani chiamato US National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), condotto tra il 1999 e il 2018 su 40.000 persone. In base a quanto emerso sui 1.500 bevitori di caffè, chi ne assumeva al mattino da due a quattro tazze (e cioè il 36% del campione), aveva una riduzione del rischio generale di morte del 16%, e una specifica di quello di morte per malattie cardiovascoalri del 31%, rispetto a chi (il 48% del campione) non ne beveva, e non visibile in chi beveva caffè durante tutta la giornata. Sulle cause dello spefico rapporto tra acffè, ore mattutine e cuore per ora ci sono solo ipotesi, legate al ritmo ciorcadiano.

Infine, anche il terzo lavoro è una revisione di altri studi, pubblicata su Ageing Research Reviews  dai ricercatori dell’Università di Coimbra, in Spagna, con il supporto dell’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC). Il vantaggio di un consumo regolare di caffè in quantità moderate (400 milligrammi di caffeina al giorno, che scendono a 200 in caso di gravidanza e allattamento) allunga di 1,8 anni la durata della vita in salute, cioè priva di malattie croniche.

Gli effetti benefici, secondo gli esperti, sono in generale dovuti alla caffeina, ma anche ad almeno una parte delle oltre duemila sostanze di altro tipo presenti nel caffè, molte delle quali antiossidanti, anti-aging e antinfiammatorie.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 17 gennaio 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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