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Un chip svela se il vaccino ha avuto successo

Una nuova tecnica messa a punto negli Stati uniti permette di verificare entro poche ore se il farmaco ha davvero attivato il sistema difensivo dell’organismo.

L’esigenza di verificare l’efficacia di una vaccinazione è ancora oggi molto sentita, ma i test disponibili richiedono anni di sperimentazioni, poiché si basano essenzialmente sulla presenza di anticorpi specifici nelle persone vaccinate, da controllare molto a lungo prima di poter esprimere un giudizio definitivo. Grazie al lavoro dei ricercatori dell’Emory Vaccine Center (Stati Uniti), però, la situazione potrebbe presto cambiare radicalmente: gli immunologi nordamericani hanno infatti pubblicato, sulla rivista Nature Immunology (http://www.nature.com/ni/journal/vaop/ncurrent/full/ni.2789.html ), i risultati dei primi test effettuati con un chip in grado di verificare in poche ore la risposta a un vaccino analizzando l’espressione dei geni del sistema immunitario che sottendono alla sintesi degli anticorpi specifici.

Per verificare l’affidabilità del loro chip, gli autori hanno vaccinato 30 volontari con due tipi di vaccino contro la meningite data da Neisseria meningiditis e hanno confrontato l’espressione dei geni dei linfociti con quella di un altro gruppo di volontari che erano stati vaccinati in precedenza contro l’influenza o la febbre gialla. Il risultato è stato che ogni vaccinazione innesca l’espressione di geni specifici e solo in parte identici a quelli attivati da un’altra immunizzazione, e che il chip rileva queste differenze.

I ricercatori ora stanno cercando di isolare i tratti genici comuni delle diverse vaccinazioni, con l’idea di giungere a un chip universale, che possa essere usato ogni volta che si decida di indurre un’immunizzazione, anche se probabilmente ci vorrà ancora parecchio tempo. Nel frattempo invitano la comunità scientifica a provare il chip con vaccinazioni di ogni genere, per accelerare la scoperta dei tratti comuni e anche delle peculiarità legate al tipo di vaccino (vivo attenuato, peptidico eccetera).


Data ultimo aggiornamento 15 novembre 2014
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco


Tags: febbre gialla, influenza, meningite, vaccinazione, vaccino



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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