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I serial killer e non solo non avranno più scampo, grazie all’analisi dei polimorfismi

I processi basati su prove genetiche negli Stati Uniti potrebbero cambiare, e forse non solo in quel paese. Per la prima volta, infatti, una tecnica di sequenziamento che riesce a identificare una persona anche da pochissimo materiale biologico, è stata prima convalidata in un’apposita udienza, chiamata Frye, che serve a stabilire se un certo metodo sia considerato scientificamente valido e attendibile dalla comunità scientifica, e poi ammessa in udienza come prova, nel caso di un serial killer.

Come racconta Nature, l’accusato in questo processo è Rex Heuermann, un architetto di New York cui sono stati attribuiti sette dei delitti chiamati di Gilgo Beach, dal nome della spiaggia vicino a New York dove, tra il 1993 e il 2011, vennero abbandonati i resti di numerose vittime, per lo più prostitute. Heuermann era stato individuato grazie a una serie di prove dalle quali, però, erano stati esclusi i capelli rinvenuti sui resti, perché privi di bulbo e quindi non adatti al sequenziamento classico del DNA, che richiede una certa quantità di materiale, che nei capelli si concentra nel bulbo. 

La procura, decisa a ottenere la condanna, ha affidato all’azienda Astrea Forensic di Santa Cruz, in California, l’analisi dei capelli, da realizzare con la tecnica dei polimorfismi del singolo nucleotide o SNAP, la stessa che permette di ricostruire il genoma dei Neanderthal o dei dinosauri. In sintesi, rileva differenze nelle singole basi e definisce così un profilo individuale grazie al confronto con i database genealogici, che contegono i dati dei parenti anche lontani e che, negli Stati Uniti sono molto popolari. In questo modo permettono di individuare la persona attraverso la famiglia.

I test hanno confermato la colpevolezza di Heuermann, e anche se sono stati contestati dalla difesa, sono stati ammessi come prove.

In passato c’erano stati altri processi basati sugli SNPs, ma nessuno aveva mai richiesto l’udienza di convalida Frye, e per questo non avevano costituito un precedente utilizzabile in altre cause. Il caso è quindi considerato particolarmente importante: presto gli investigatori che lavorano su altri Cold cases potrebbero verificare se tra le prove un tempo scartate esista materiale biologico da sottoporre al test, e lo stesso potrebbero fare gli inquirenti di altri paesi. L’analisi degli SNPs è anche più economica rispetto al sequenziamento dell’intero genoma, e potrebbe quindi essere utilizzata ampiamente.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 29 settembre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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