Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Fumo e colite ulcerosa: i perché di uno strano beneficio, e le possibili conseguenze

Da almeno una quarantina d’anni c’è un fatto che sconcerta chi studia le malattie autoimmuni dell’intestino: il fumo di sigaretta sembra avere un’azione protettiva in chi soffre di colite ulcerosa, ma non di morbo di Chron, le due forme più comuni di malattie appunto autoimmuni intestinali. Perché? Che cosa rende il fumo positivo per le mucose, visto che è dannoso per tutto l’organismo e aumenta il rischio di decine di malattie? Una risposta arriva da uno studio pubblicato su Gut, nel quale i ricercatori del RIKEN Center for Integrative Medical Sciences di Yokohama, in Giappone, hanno combinato esperimenti di laboratorio con dati di pazienti e sono giunti a una descrizione plausibile di quello che succede.

In sintesi, alcuni batteri tipici del cavo orale, tra i quali lo Streptococcus mitis, con il fumo arrivano all’intestino, e lì esercitano un ruolo positivo. Il fenomeno è tipico dei fumatori: negli ex fumatori non si vede.

La domanda successiva è stata: in che modo? Per rispondere, gli autori hanno esaminato i metaboliti che si formano nella digestione, e hanno scoperto che, nei fumatori con colite ulcerosa, alcuni sono in quantità maggiori rispetto ai non fumatori o agli ex fumatori. Uno di essi, in particolare, l’idrossichinone, agevola la crescita dello streptococco nell’intestino. L’ultima domanda allora è stata: perché questo batterio, in particolare, ha un effetto protettivo, e perché non ce l’ha nel morbo di Chron, malattia molto simile? La risposta è arrivata dai meccanismi immunitari. Lo streptococco, infatti, attira soprattutto i linfociti di tipo Helper 1, o Th1 che, nella colite, contrastano quelli di tipo 2 (Th2) all’origine dell’infiammazione. Nel Chron, invece, sono i Th1 a innescare l’infiammazione: per questo il fumo peggiora la situazione, aumentandone il numero.

La buona notizia è che quanto osservato lascia intuire che si possa somministrare direttamente lo streptococco come probiotico, oppure l’idrossichinone, per avere un effetto positivo, senza fumare neppure una sigaretta. I test sono in corso.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 3 settembre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA