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Una dieta a base vegetale con un po’ di soia: ecco la ricetta ideale contro le vampate

Per combattere le vampate tipiche della menopausa bisogna pensare a ciò che si mangia, perché una dieta che abbia un’ampia prevalenza di alimenti vegetali e che preveda la soia può quasi azzerare l’incidenza del sintomo. Lo dimostra uno studio pubblicato su Menopause, nel quale un’ottantina di donne con almeno due episodi di vampate al giorno è stata invitata a seguire una dieta vegetariana che comprendesse 120 grammi di soia al giorno oppure la dieta abituale per un periodo complessivo di 12 settimane. Il risultato è stato nettissimo: le donne che avevano preso parte al gruppo della dieta vegetale avevano avuto una diminuzione degli episodi di vampate gravi del 92%, e di quelle leggermente meno serie dell’88%, contro, rispettivamente, nessuna variazione e un calo del 34% del gruppo di controllo. Inoltre, le prime hanno avuto un significativo calo del peso, fattore importante durante la menopausa che, di solito, è associata a un aumento: 3,6 kg, contro gli 0,2 kg dei controlli. Quest’ultimo effetto può essere dovuto anche al fatto che le donne che avevano una dieta vegetariana hanno  ridotto in misura significativa, di 60 grammi al giorno, l’apporto di alimenti industriali, sia ultraprocessati che processati, o anche solo minimamente processati (le categorie previste dalla classificazione NOVA), cioè hanno assunto più alimenti freschi e poco lavorati, altro fattore sempre positivo e consigliato da tutte le linee guida nutrizionali. Combattere i fastidi della menopausa senza farmaci o ormoni si può: basta preferire sempre frutta e verdura, legumi e frutti a guscio, con l’aggiunta di un po’ di soia. 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 9 giugno 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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