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Un nuovo farmaco non ormonale potrebbe attenuare le vampate e migliorare il sonno

Le vampate tipiche della menopausa in un futuro prossimo potrebbero essere trattate farmacologicamente senza ricorrere a terapie ormonali. I risultati di due sperimentazioni cliniche condotte in 77 centri tra Europa, Stati Uniti e Israele, appena riportati su JAMA, promuovono infatti una molecola chiamata elinzanetant al ruolo di farmaco non ormonale efficace e ben tollerato.

Negli studi, denominati OASIS 1 e 2, il farmaco, che blocca i recettori di un trasmettitore chiamato neurochinina 1, responsabile della regolazione dell’attività dei vasi, è stato sperimentato al dosaggio di 120 milligrammi al giorno per 26 settimane su circa 300 donne dell’età media di 54 anni, e messo a confronto con un placebo dato per 12 settimane, seguito dal farmaco per altre 14, a un altro campione di altrettante donne di età e condizioni simili. Tutte le partecipanti dovevano annotare frequenza e intensità delle vampate, qualità del sonno e altri parametri su sintomi tipici della menopausa. Il risultato è stato che le donne che erano state trattate con il farmaco hanno avuto una diminuzione del numero e della gravità delle crisi di vampate, un miglioramento del sonno e in generale della qualità di vita rispetto alle donne del gruppo di controllo; i dati specifici hanno poi mostrato che il farmaco è sicuro. Anche se i sintomi non scompaiono del tutto, elinzanetant sembra attenuarli in misura significativa, e potrebbe quindi – se approvato - costituire una risposta adeguata almeno per i casi più gravi, e per le donne che non vogliono o non possono assumere terapie ormonali. 

A.B.
Data ultimo aggiornamento 26 agosto 2024
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



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Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

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Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

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