Questo sito utilizza cookies tecnici per l'analisi del traffico, in forma anonima e senza finalità commerciali di alcun tipo; proseguendo la navigazione si acconsente all'uso dei medesimi Ok, accetto

Per regolare i ritmi circadiani del neonato,
il latte materno va prelevato a ore certe

La qualità nutrizionale del latte materno varia a seconda dei momenti della giornata. Per questo, in caso di necessità, prelevarlo in corrispondenza dell’orario delle poppate e poi somministrarlo al neonato in orari coerenti con ciò che avverrebbe con l’allattamento al seno, aiuta i neonati a regolarizzare i propri ritmi circadiani, e a trarre il massimo beneficio. Lo dimostra uno studio pubblicato su Frontiers in Nutrition nel quale i ricercatori della Rutgers University hanno analizzato i componenti del latte ottenuto da 21 donne in allattamento, prelevato alle 6, alle 12, alle 18 e a mezzanotte, in due giorni diversi, distanziati di un mese. Poi hanno ripetuto lo stesso tipo di prelievo e di indagini sul latte di altre 17 donne, per un totale di 236 campioni analizzati per le concentrazioni di melatonina, cortisolo, ossitocina, immunoglobuline A (IgA) e lattoferrina, tutte proteine presenti nel latte, associate al sistema immunitario e ai ritmi circadiani. Il risultato è stato che soprattutto la melatonina e il cortisolo, le due più strettamente collegate ai ritmi sonno-veglia, sono anche quelle che variano di più nell’arco della giornata, con picchio opposti: per la melatonina nel cuore della notte, per il cortisolo al mattino presto. Un’altra caratteristica emersa è il fatto che la composizione del latte varia con l’età del neonato; per esempio, cortisolo, lattoferrina e IgA sono ai massimi livelli nel primo mese, e poi calano. Per questi motivi, se si ha l’esigenza di tirare il latte per alimentare il figlio con il latte materno anche se non si è preseti fisicamente, la strategia migliore sarebbe quella di conservarlo in bottiglie separate a seconda del momento in cui si è prelevato, etichettando le stesse con le scritte “mattino”, “pomeriggio” e così via, e poi somministrare al neonato il latte che corrisponde al momento della giornata in cui è stato prelevato. Questo allineamento può favorire uno sviluppo armonico e aiutare a definire prima possibile i corretti ritmi circadiani del bambino.

A.B.
Data ultimo aggiornamento 11 settembre 2025
© Riproduzione riservata | Assedio Bianco



Warning: Use of undefined constant lang - assumed 'lang' (this will throw an Error in a future version of PHP) in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Notice: Undefined index: lang in /var/www/nuevo.assediobianco.ch/htdocs/includes/gallery_swiper.php on line 201

Lungo il fiume, in missione, parte la caccia ai nemici invisibili

Chiudi

Provate a immaginare il nostro corpo come se fosse una nazione... Una nazione delimitata da lunghi confini, con poliziotti e soldati dappertutto, posti di blocco, caserme, per cercare di mantenere l’ordine pubblico e allontanare i nemici, perennemente in agguato.

Le acque dei numerosissimi fiumi e canali (i vasi sanguigni) vengono sorvegliate giorno e notte da un poderoso sistema di sicurezza. Ma non è facile mantenere l’ordine in una nazione che ha molti miliardi di abitanti, e altrettanti nemici e clandestini.

Le comunicazioni avvengono attraverso una rete di sottili cavi elettrici, oppure tramite valigette (gli ormoni e molti altri tipi di molecole), che vengono liberate nei corsi d’acqua. Ogni valigetta possiede una serie di codici riservati solo al destinatario, che così è in grado di riconoscerla e prelevarla appena la “incrocia”.

Le valigette possono contenere segnali d’allarme lanciati dalle pattuglie che stanno perlustrando i vari distretti dell’organismo e hanno bisogno di rinforzi. Fra i primi ad accorrere sono, di norma, gli agenti del reparto Mangia-Nemici (i monociti). Grazie alle istruzioni contenute nelle valigette, identificano all’istante il luogo da cui è partito l’allarme ed entrano aprendo una breccia nelle pareti.

Quando si trovano davanti ai nemici, i monociti si trasformano, accentuando la loro aggressività e la loro potenza. Diventano, così, agenti Grande-Bocca (i macrofagi). Come in un film di fantascienza, dal loro corpo spuntano prolungamenti che permettono di avvolgere gli avversari e catturarli rapidamente, dopo avere controllato i passaporti.

I nemici vengono inghiottiti, letteralmente, e chiusi in una capsula, all’interno del corpo degli agenti: una sorta di “camera della morte”. A questo punto scatta la loro uccisione, tramite liquidi corrosivi e digestivi, che li sciolgono.

VAI ALLA VERSIONE COMPLETA